Virus

Peste suina, Ispra: “Virus indipendente dalla densità dei cinghiali”. Salgono a 15 i casi accertati

"Per eradicare il virus bisognerebbe abbattere il 90% dei cinghiali, ma è impossibile"

cinghiali bisagno

Genova. La comparsa del virus della Peste suina africana “è totalmente indipendente dalle densità” delle popolazioni di cinghiali. E’ quanto si legge nei chiarimenti pubblicati da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). “Le popolazioni di cinghiale infette più vicine all’Italia vivono a diverse centinaia di chilometri di distanza. (nell’est europeo, ndr) – scrive Ispra – La comparsa dell’infezione nel cinghiale in Piemonte e Liguria è sicuramente dovuta all’inconsapevole introduzione del virus da parte dell’uomo”.

Secondo Ispra, inoltre, “L’elevata densità del cinghiale non ha effetti significativi sulla persistenza in natura della Peste suina africana. La notevole resistenza del virus nell’ambiente fa sì che la malattia continui a circolare per anni, anche in popolazioni di cinghiale a densità bassissime”.

Secondo le simulazioni effettuate, per poter rallentare significativamente la diffusione della Peste suina africana – aggiunge Ispra – si dovrebbe rimuovere nel brevissimo periodo la quasi totalità della popolazione di cinghiale (circa il 90%), obiettivo irrealistico da raggiungere nella gran parte dei contesti presenti sul territorio nazionale”.

Nel frattempo sale il conto delle carcasse infette. “Sono 5 le carcasse esaminate nelle ultime 24 ore, di cui una localizzata a Mignanego è risultata positiva alla peste suina. Salgono dunque a 15 i casi positivi totali dall’inizio del monitoraggio e, in questa mattinata, ci è stata segnalata un’altra carcassa nello stesso areale che sembra portare i segni della peste suina, su cui sono in corso le analisi – ha sottolineato in una nota il vice presidente e assessore all’ Allevamento della Regione Liguria Alessandro Piana – Tra poche ore si terrà il nuovo tavolo tecnico per aggiornare le linee strategiche sul contrasto e l’eradicazione dell’epidemia, mentre i tecnici e i volontari qualificati continuano a lavorare a pieno ritmo. Ricordo che le nostre carni sono super controllate e sinonimo di garanzia sanitaria: il nostro dovere è quello di sostenere il settore contro diffidenze ingiustificate”.

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