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La stella Angela Meade per Anna Bolena al Teatro Carlo Felice attira i melomani milanesi

Parecchie le prenotazioni dall'Associazione Amici della Scala di Milano

angela meade

Genova. Una Anna Bolena di Donizetti che attira pubblico anche da fuori regione quella che dal 18 al 27 febbraio andrà in scena al Teatro Carlo Felice.

Il sovrintendente Claudio Orazi comunica che il teatro ha ricevuto parecchie prenotazioni dall’associazione milanese Amici della Scala.

Merito del cast, che ha come protagonista una stella internazionale del Metropolitan di New York: Angela Meade, riconosciuta come una delle cantanti eccezionali di oggi, eccellendo proprio nei ruoli più esigenti del belcanto, come Anna Bolena richiede. Il soprano saluta: “Per me è la quarta produzione di Anna Bolena. Tutte le regine sono ruoli molto vicini alla mia vocalità. Questa è una bellissima produzione, ho trovato colleghi magnifici e mi sto divertendo in una città straordinaria”.

“Cresce la nostra reputazione − gongola Orazi − sono segnali molto belli raccolti per l’intero cast, a partire da un’interprete di eccezione”.

Un titolo che suscita parecchia curiosità anche tra i melomani genovesi perché, secondo la memoria storica di alcuni decani delle associazioni locali, l’opera manca dal capoluogo ligure almeno dal 1965.

Anna Bolena debuttò al Teatro Carcano di Milano il 26 dicembre 1830 con un successo straordinario, oscurando persino la contemporanea proposta scaligera, dovuto anche a un cast d’eccezione, con il soprano Giuditta Pasta e il tenore Giovanni Battista Rubini, veri divi dell’epoca. Nonostante il successo iniziale, l’opera uscì gradualmente dal repertorio, fino a quando, nel 1957, Maria Callas le donò una seconda vita con una memorabile interpretazione dopo la quale l’opera tornò ad essere rappresentata nei maggiori teatri del mondo.

La trama: Il re Enrico VIII è sposato con Anna Bolena, ma è innamorato della damigella Giovanna Seymour. Anna viene convinta dal fratello – Lord Rochefort – a incontrare Riccardo Percy, suo antico amore abbandonato per Enrico, da poco tornato a Londra dal suo esilio. Lo scopo è di rasserenarlo e impedire che commetta qualche pazzia guidato dall’amore per Anna.
Enrico sa che Anna e Percy provano ancora dei sentimenti reciproci e ne approfitta per accusare la moglie di tradimento, ripudiarla e poter così sposare Giovanna. Viene coinvolto casualmente anche Smeton, paggio segretamente innamorato di Anna. Lui confessa mentendo che Anna ha tradito il re, dietro la falsa promessa di Enrico di risparmiare la vita ad Anna.
Giovanna – seppur travolta dai sensi di colpa per aver messo in moto involontariamente il complotto ai danni di Anna – diventa la nuova regina.
Rochefort e Percy rifiutano la grazia del re, se non può usufruirne anche Anna.
Ormai uscita di senno, Anna Bolena viene condannata a morte insieme a Smeton, Rochefort e Percy accusati di aver preso parte al tradimento.

“In questo secondo segmento di stagione − chiarisce il direttore artistico Pierangelo Conte − dedichiamo uno spazio ai grandi operisti italiani. Questa è una co-produzione con il Teatro Regio di Parma prevista in passato e rinviata causa Covid. Siamo felici che il cast ha avuto modo di trovare lo spazio per tornare”.

A dirigere ci sarà Sesto Quatrini, già assistente del maestro Fabio Luisi – grande amico del Teatro Carlo Felice – al Metropolitan: “Per un direttore italiano il Carlo Felice è leggendario. Io poi sono stato allievo trombettista di Sandro Verzari, marito di Mariella Devia, e venuto più volte per Fabio Luisi”.

Quatrini evidenzia quale sarà la sua lettura: “L’opera la conosco bene, l’ho già diretta a Vilnius, dove sono direttore artistico del Lithuanian National Opera Theatre. Sarà una lettura attentissima, federe alla tradizione belcantistica italiana. Io il belcanto lo segnalerei come patrimonio immateriale dell’umanità all’Unesco. Anche primo Verdi è belcantistico. è la summa di come si canta in Italia. Anna Bolena è un’opera lunghissima, straordinaria. Segna la tragedia romantica in musica. Sono una dozzina i titoli che toccano questo livello. Donizetti ha preso un libretto buono di Felice Romani ed è riuscito con maestria ad attaccarsi alle parole”.

L’obiettivo di Quatrini è chiaro: “Io devo sposare i miei cantanti, amarli in ogni loro pregio, difetti questo cast non ne ha, e cercare differenze tra uno e l’altro. Le difficoltà stanno nei colori non scritti da Donizetti, anche quelli dell’orchestra, nei fraseggi non scritti. Io lavoro di pietra pomice, levigando ogni aspetto. Luisi mi ha insegnato questo. Nel bel canto lavoriamo affinché l’orchestra diventi per i cantanti l’onda su cui surfare, la nuvola su cui volare”.

A Genova non si vedrà la versione integrale dell’opera: “Alcune cabalette e strette sono state tagliate − chiarisce Quatrini − siamo vincolati all’opera andata in scena a Parma. Parliamo di tagli non strutturali. Ci sono comunque parti riaperte rispetto a Parma, come la ripetizione dell’aria di Smeton”.

La regia è di Alfonso Antoniozzi, con scene e video design di Monica Manganelli, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Luciano Novelli. Nel cast Angela Meade/Desirée Rancatore (Anna Bolena), John Osborn/Giorgio Misseri (Lord Riccardo Percy), Sonia Ganassi/Alessandra Volpe (Giovanna Seymour).

“Anna Bolena – racconta il regista Alfonso Antoniozzi – è la storia di un potere sognato, fortemente desiderato e infine raggiunto da una donna che, realizzato il proprio sogno e consumate le proprie vendette, si ritrova senza l’amore. Ci sforzeremo di teatralizzare le sue paure e le sue ossessioni, e di rendere verosimili i personaggi creati da Romani e Donizetti, restituendo umanità a figure storiche alle quali è stato già applicato un giudizio definitivo nella nostra memoria collettiva. La scena e i costumi sono stati spogliati da ogni orpello pre-elisabettiano avvicinando la narrazione al nostro tempo, pur mantenendola il più possibile distaccata da noi, in un ambiente di difficile collocazione temporale, che ha tuttavia dei precisi richiami agli anni Quaranta”.

Conferenza illustrativa: sabato 12 febbraio alle 16 nel primo foyer del teatro.

 

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