La telefonata

La pandemia sta finendo? Bassetti: “Dobbiamo imparare a convivere con il virus, le regole vanno cambiate”

L’infettivologo genovese ospite del podcast di IVG “La Telefonata” condotto dal giornalista Nicola Seppone

matteo bassetti

Liguria. È un Matteo Bassetti a tutto campo quello intervenuto nel corso del podcast di IVG “La Telefonata” condotto dal giornalista Nicola Seppone. 

L’infettivologo genovese ha toccato i temi più importanti dell’emergenza sanitaria, dagli errori commessi all’inizio della pandemia all’attualità passando anche per gli scenari futuri. 

ANNO 2022: L’INIZIO DI UNA NUOVA FASE 

Cifre alla mano, il numero dei ricoverati in terapia intensiva in Italia sembrerebbe essersi stabilizzato rispetto a due settimane fa. Un dato che secondo il medico genovese deve far ben sperare: “Sugli ospedali c’è meno pressione – afferma Bassetti – e anche se continuano in qualche modo a crescere i contagi, noi dobbiamo pensare alla variante Omicron in maniera diversa. Perché tanti casi non portano a tanti ricoveri come accadeva con Delta e le altre varianti”.

ASCOLTA “LA TELEFONATA” CON MATTEO BASSETTI

Per l’infettivologo genovese stiamo entrando in una nuova fase: “Altri Paesi, come il Sud Africa, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e il nord Europa, hanno già vissuto la fase che ci prepariamo ad affrontare. È arrivato il momento di convivere con questo virus, di provare a cambiare le regole di convivenza che non possono essere quelle che avevamo un anno fa. Oggi la situazione è molto diversa non solo perché abbiamo una variante nuova, ma soprattutto perché abbiamo una popolazione protetta al 90% da questo virus. Dobbiamo affrontare l’epidemia in modo diverso”.

MORTALITÀ ASSOCIATA AL COVID: “CALCOLO GIORNALIERO VA RIVISTO”

Se da un lato la pressione sugli ospedali risulta essere diminuita, l’elevato numero di morti giornalieri “causa Covid” lascia ancora delle domande sullo sfondo: “Il numero dei morti non decrementerà perché abbiamo una modalità errata di considerare il paziente Covid – prova a spiegare il medico genovese -. Il problema è che continuiamo a fare un errore di fondo, ovvero chiunque entra in ospedale o anche a casa sua e poi muore con tampone positivo, all’interno del modulo Istat, che è quello che compila il medico quando muore un paziente, se io scrivo positivo a Sars-Cov2, fondamentalmente il malato risulterà essere morto di Covid”.

Se un anno fa il 98% di quelli che avevano un tampone positivo erano sintomatici, e quindi alla fine erano tutti morti di Covid, oggi la situazione è diversa. Oggi abbiamo una popolazione ampiamente vaccinata, e quindi protetta dalle forme gravi. Dobbiamo considerare che se uno entra in ospedale perché, per esempio, si è rotto una gamba, perché ha un problema al cuore, perché deve fare una dialisi, lo si trova positivo e per l’evoluzione della sua malattia muore, in realtà il decesso non può essere associato al Covid”.

Ecco perché secondo Bassetti questi numeri andrebbero non solo scorporati dal computo dei morti giornalieri, dove oggi invece è tutto insieme, ma anche dalla conta dei decessi: “Diversamente – sottolinea – nelle prossime settimane o mesi avremo un numero elevato di decessi che per 1/3 se non per il 50% saranno influenzati da persone asintomatiche per il Covid e che in qualche modo hanno anche altri problemi. Nessuno è qua per essere negazionista, nel senso che nessuno va indietro a guarda ai 130 mila morti che sono stati tutti per Covid,  ma oggi ci troviamo in una fase diversa in cui dobbiamo mutare le modalità con cui classifichiamo le persone con il Covid”.

LA SITUAZIONE DEI NON VACCINATI

Anche da questo punto di vista ci affidiamo ai numeri. In Liguria, i dati dei ricoveri nelle terapie intensive ci dicono che il 95% riguardano soggetti non vaccinati: “Purtroppo – commenta l’infettivologo genovese – la situazione dei non vaccinati è abbastanza brutta, perché continuiamo a vedere che quei pochi malati che arrivano, i veri malati con la polmonite da Covid, sono soggetti non vaccinati. E soprattutto sono nella fascia che va  dai 50 ai 60 anni d’età. Sono soggetti che arrivano in ospedale con una forma molto grave e purtroppo possono finire in terapia intensiva”.

Bassetti ne è fortemente convinto: “ La vaccinazione che piaccia o no dà una protezione nei confronti della malattia grave e ci mette con le tre dosi praticamente in una botte di ferro”.

QUANTO MANCA ALLA FINE DELL’INCUBO?

È ovviamente impossibile rispondere a questa domanda, ma secondo Bassetti l’evoluzione del virus ci porterà alla fase endemica: “Il problema non finirà mai – rivela -, anche perché continueremo ad avere infezioni da SarsCov2. L’obiettivo ora è quello di arrivare il prima possibile alla fase endemica. Molti altri Paesi, più dinamici del nostro, hanno già saputo arrivarci. Francia e Spagna hanno in qualche modo saputo cambiare prima di noi le misure per affrontare questo virus”.

Di qui la tiratina d’orecchie alla politica italiana: “Penso che le regole erano forse adeguate un anno fa, oggi sono anacronistiche e quasi medievali – sentenzia Bassetti -. Parlo soprattutto delle quarantene, che non hanno saputo adeguarsi ai tempi e alla nuova variante, parlo della scuola, del mondo del lavoro, parlo di tante cose. Tutte queste cose fanno allontanare la gente dalla organizzazione sanitaria. La politica, la politica sanitaria in particolare, è lontana anni luce dalla vita reale. Qui le decisioni andrebbero prese da un giorno all’altro se le cose cambiano. E invece noi oggi vediamo un immobilismo, una ingessatura di regole, di norme, che oltretutto non servono a nulla”.

Tenere a casa i ragazzi perché hanno avuto forse un contatto con un positivo asintomatico è una cosa demenziale. Su questo bisognava essere più dinamici e dire smettiamola di fare tamponi agli asintomatici e, soprattutto a scuola, concentriamoci su chi ha sintomi e teniamoli a casa come si faceva una volta”.

Generico gennaio 2022

“STOP ALLO STATO DI EMERGENZA”

Secondo Bassetti, dopo il 31 marzo il Governo dovrà dire stop a ulteriori proroghe dello stato di emergenza: “Sarebbe difficile spiegare ai cittadini come si possa continuare lo stato di emergenza. Mi auguro che la struttura commissariale del generale Figliuolo venga tramutata in una struttura perenne per le vaccinazioni e che non ci sia bisogno dello stato di emergenza per tenersi una persona brava, valida e competente come Figliuolo”.

“BASTA MASCHERINE ALL’APERTO, IN PRIMAVERA VIA ANCHE IL GREEN PASS” 

Se c’è qualcosa che ci accompagna nella vita di tutti i giorni da circa due anni a questa parte, quella cosa sono le mascherine: “Io credo che all’aria aperta già oggi siano ridondanti. Anche perché non mi pare che abbiano portato a qualche risultato, anzi mi pare che abbiano moltiplicato i contagi – sottolinea Bassetti -. Le misure vanno vanno bene e la gente le segue dal momento in cui servono. Nel momento in cui la gente si rende conto che non servono a niente, il sistema sanitario e il governo perdono di credibilità. Io le mascherine all’aperto le avrei già levate, speriamo vengano tolte presto. Al chiuso aspettiamo. Io spero che con la primavera se arriveremo a quel 95 96% di popolazione protetta credo che a quel punto potremo davvero alleggerire tutte le misure, mascherine comprese”.

Secondo Bassetti molte regole vanno ripensate tenendo conto di quello che sta succedendo oggi con la nuova variante Omicron: “L’obbligo vaccinale è uno strumento molto intelligente. Il Governo ha sbagliato i tempi, non i modi. La comunità scientifica chiedeva l’obbligo vaccinale per gli over 40 già da settembre-ottobre. Se lo avesse messo a settembre ottobre probabilmente avremmo avuto un’ondata minore rispetto a quella che abbiamo avuto. Ad ogni modo il green pass a mio avviso non potrà essere mantenuto oltre la prossima primavera”.

Nella gestione di un problema virale, non possiamo avere i tempi della politica. La politica ha dei tempi che oggi sono anacronistici rispetto alla gestione del Covid. Urge un cambio di passo”.

DAGLI ERRORI DEL PASSATO A UN FUTURO DA SCRIVERE (IN UN LIBRO)

Dal primo caso Covid in Italia di circa due anni fa, di errori di comunicazione ne sono stati fatti tanti. E su questo aspetto Bassetti non si tira indietro e fa autocritica: “Nessuno è scevro da errori – prosegue l’infettivologo -, ma parlando per me posso dire che gli errori che ho commesso li ho commessi tutti in buona fede, ed erano legati a quello che ci dicevano i cinesi. Da quel momento in poi credo di non potermi più rimproverare nulla, anche perché a livello comunicativo mi sono sempre basato sulla mia esperienza personale e diretta nel mio reparto. Altri hanno parlato dell’epidemia guardando i malati col binocolo e allora in quel caso è più difficile dare una impressione di come vanno le cose. L’importante non è sbagliare, perché tutti possono sbagliare. L’importante è non continuare a sbagliare”.

A febbraio Bassetti uscirà nelle librerie con un nuovo libro. Il titolo è di quelli che ti aspetti: “Il mondo è dei microbi. La nostra battaglia contro i nemici invisibili”. 

“È un modo per prendere il mano il lettore e provare a portarlo nel mio mondo – conclude Bassetti -, che è il mondo dei batteri, dei funghi e dei protozooi, per fargli vedere perché sono innamorato di questo mondo. Per certi aspetti è un libro autobiografico, ma al suo interno c’è anche tutta la storia delle malattie infettive”.

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