Contrazione

In Liguria vaccinazioni in picchiata, l’hub del Teatro della Gioventù riduce l’orario di apertura

Prime dosi dimezzate, prenotazioni quasi azzerate. E adesso si discute sul futuro degli hub: potrebbero essere mantenuti per tutte le vaccinazioni

Nuovo hub vaccini al Teatro della Gioventù

Genova. Un po’ sarà perché ormai l’80% della popolazione ligure è immunizzata con la terza dose, un po’ perché nelle scorse settimane Omicron ha fatto registrare un’impennata di contagi e molti guariti hanno rimandato il vaccino. Fatto sta che negli ultimi giorni le prenotazioni e di conseguenza gli accessi agli hub vaccinali in Liguria sono calati vorticosamente. Tanto da sollecitare non solo una riorganizzazione parziale del servizio, ma anche una riflessione a lungo termine sull’andamento della campagna nel prossimo futuro.

A prendere le prime contromisure sarà il centro del Teatro della Gioventù, gestito dagli operatori della sanità privata. “Siamo passati da un picco di 2.700-2.800 vaccinazioni al giorno alle 1.300 di lunedì scorso fino a un tetto massimo di 600 accessi in questi ultimi giorni – spiega Daniele Pallavicini, coordinatore dell’ambulatorio -. Sabato saremo aperti dalle 8.00 ma chiuderemo a mezzogiorno anziché alle 15.00. Poi, a partire da lunedì 14 febbraio, osserveremo l’orario 8.00-18.00 anziché il consueto 7.00-22.00. Garantiremo il servizio sia ai prenotati sia a chi vuole vaccinarsi ad accesso libero”.

Al netto delle seconde e terze dosi, che gradualmente stanno andando a esaurimento e costituiscono ancora la maggior parte del totale delle somministrazioni, i dati raccolti da Liguria Digitale dipingono bene la portata del fenomeno. Nella settimana dal 16 al 23 gennaio sono state registrate 2.552 prenotazioni (una media di 364 al giorno), dal 24 al 30 gennaio 1.692 prenotazioni (in media 241 al giorno), dal 31 gennaio al 6 febbraio 1.267 prenotazioni (181 al giorno). Ieri sono state solo 108.

Una spiegazione è che ormai la maggior parte dei “ritardatari”, cioè coloro che decidono di vaccinarsi senza averlo mai fatto prima, scelgono l’accesso libero. Ma anche l’andamento delle prime dosi mostra una netta contrazione. Nella settimana dal 16 al 23 gennaio sono state 9.625 (in media 1.375 al giorno), dal 24 al 30 gennaio 6.570 (cioè 939 al giorno), dal 31 gennaio al 6 febbraio 5.639 (810 al giorno). Negli ultimi tre giorni rispettivamente 698, 737 e 668, dimezzate rispetto a un mese fa.

Al momento il crollo della domanda non produce effetti sull’hub della sala Chiamata del porto gestito dalla Asl 3. “Non è prevista nessuna contrazione delle attività – fa sapere l’azienda sanitaria genovese – e al momento offriamo i medesimi servizi. Valuteremo più avanti con l’andamento della pandemia”. Un possibile rimbalzo, tra l’altro, potrebbe verificarsi con l’introduzione del nuovo vaccino Novavax che, dopo la scomparsa di AstraZeneca e Johnson&Johnson, potrebbe convincere alcuni scettici finora diffidenti verso la tecnologia a mRna di Pfizer e Moderna.

Alla luce di una copertura vaccinale ormai molto alta e di una pandemia che tutti descrivono in fase calante, appare scontato chiedersi che ne sarà di tutta la struttura emergenziale messa in piedi. La sensazione attuale è che sia sovrabbondante: “In questo momento abbiamo una capacità di 100mila dosi di vaccino alla settimana, ma probabilmente non ne abbiamo bisogno – ha spiegato oggi Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa, in un’intervista a Genova24 -. Sicuramente dovremo ripensare al modello, abbiamo sul tavolo almeno due o tre ipotesi”

Due sono le strategie al vaglio della Regione, pur tenendo conto dell’impostazione che darà il Governo. La prima, mantenere gli hub esistenti per tutte le vaccinazioni (e quindi non solo quella contro il Covid): questa strada costringerebbe Asl 3 a trovare un luogo in cui concentrare le attività di prevenzione dopo tre manifestazioni d’interesse andate a vuoto. L’alternativa, al contrario, è superare la logica delle grandi strutture in favore di un servizio più capillare attraverso farmacie, ambulatori e medici di famiglia. A condizionare la scelta saranno le decisioni sull’eventuale quarta dose o richiamo annuale (quando andrà somministrato e a quali categorie) oltre che, ovviamente, l’evoluzione della pandemia.

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