Testimonianza

Il cappellano ucraino a Genova: “Non pensavamo accadesse, ora i russi si schierino contro la guerra”

"Riceviamo molti messaggi di solidarietà, ognuno mi chiede come aiutare, anche tanti italiani vogliono fornire un aiuto concreto"

Invasione russa in Ucraina

Liguria. “Non pensavamo che accadesse”. Esordisce così padre Vitaliy Tarasenko, cappellano della Chiesa ucraina di Genova, Savona e Chiavari. La comunità ucraina ligure è attonita davanti a quanto sta accadendo nel loro Paese.

“Eravamo pronti, ma non abbiamo creduto che potesse accadere, quando mi hanno avvisato questa mattina io non ci ho creduto, ho chiesto di avere calma e di verificare la notizia. E invece purtroppo era realtà. La situazione è stata confermata anche dalla dichiarazione del presidente che è iniziata la guerra e siamo in guerra”, prosegue padre Tarasenko

Quella ricevuta stamattina è stata “una notizia dolorosa. Vi posso riportare la testimonianza diretta di mio cognato, che dall’Ucraina mi ha tranquillizzato. Oggi siamo pronti a difendere il nostro paese, siamo più forti e maturi e sappiamo come reagire. Il popolo non è in panico o disorientato come nel 2014, ma sa come reagire”.

E per raccogliere la comunità in preghiera annuncia: “A Savona alle 14.30 nella chiesa del Sacro Cuore ci sarà la preghiera per la pace e un rosario in due lingue, italiano e ucraino, che vedrà la partecipazione di sacerdoti e autorità. Abbiamo invitato il sindaco di Savona che ha manifestato l’intenzione di incontrare la nostra comunità”.

Prosegue padre Tarasenko: “I miei concittadini tramite gruppi Whatsapp si tengono in contatto con i loro parenti e le mamme sono molto preoccupate per i loro figli perché è evidente che dovranno diventare militari. La situazione è quindi molto tesa. Riceviamo molti messaggi di solidarietà, ognuno mi chiede come aiutare, anche tanti italiani vogliono fornire un aiuto concreto. Adesso sentiamo la vicinanza dell’Occidente (a differenza di prese di posizione tiepide del passato) e speriamo che la voce del popolo sia più alta della voce della guerra”.

“Vorrei fare un appello al popolo russo affinché assuma una posizione: se il popolo è pacifico deve mostrare una reazione e dichiarare che vuole la pace. Prima della guerra del 2014 c’erano anche molti russi a frequentare la nostra chiesa. Vorrei che in questa guerra nessuno debba essere umiliato. Nessuno dovrebbe strumentalizzare il popolo. Come umanità dobbiamo mostrare la nostra vera natura e vivere nella pace. Non chiedo altro. Credo che questo possa essere un inizio di ripensamento della nostra umanità: dobbiamo ripensare, con le armi e con la guerra non ci sarà mai la pace”, conclude.

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