Centro storico

Green pass obbligatorio nei negozi: disagi e incertezze tra i commercianti genovesi fotogallery

"Quando alcuni clienti si sono presentati senza green pass, sono stata costretta a mandarli via, andando così a perdere anche la vendita"

Genova. Per alcuni un vero disastro, per altri solo un disagio o una scocciatura, per altri ancora invece una norma facilmente gestibile. A 24 ore dall’entrata in vigore del green pass anche per accedere nei negozi, tra i locali commerciali genovesi del centro storico si respira aria tesa.

Infatti il controllo del green pass non ha lasciato nessun esercente indifferente, e come emerge dalle voci generali, arriva proprio nel mese, febbraio, più duro dell’anno, per quanto riguarda le vendite. Il centro storico, più di altre zone della città, lavora infatti sul turismo, di cui al momento ancora non è iniziata la stagione, pertanto la richiesta del green pass tende, sottolineano gli esercenti, a disincentivare le persone a entrare.

“Il primo giorno è andata malissimo, il green pass ha reso tutto ancora più difficile perché crea come una sorte di barriera con i clienti” – dice Igor Venturi, titolare di Art Line in piazza di Soziglia – “Infatti solitamente le persone entrano in un negozio solo per fare un giro, magari senza l’idea di comprare, e poi se qualcosa cattura loro l’attenzione acquistano. Il green pass invece ti porta a bloccare le persone all’ingresso, così chi è incerto o senza particolari esigenze, finisce per non entrare e andare via”.

Poi aggiunge, precisando, che come ha chiarito il Governo, i titolari degli esercizi per i quali è richiesto il green pass base non devono effettuare necessariamente i controlli sul possesso all’ingresso, ma possono svolgerli a campione anche successivamente. Ma nonostante questo, non si crea ugualmente, come è emerso, una situazione favorevole per acquistare.

Affisse sulle porte, vetrine o saracinesche dei negozi ci sono i cartelli e manifesti che ricordano che il periodo di saldi, con merce in sconto fino al 50 o 70%, durerà, come da calendario, fino al 28 febbraio. Nonostante questo, l’affluenza di clienti e acquirenti è davvero molto bassa.

“La situazione è critica, non solo perché il centro storico è abbandonato, ma soprattutto perché le persone sono spaventate da questa situazione di emergenza sanitaria. Il risultato è che non c’è nessuno. La situazione è grave, non si può andare avanti così”, dice Antonella Bongiorno, titolare del negozio di abbigliamento Kali.

Il green pass, a differenza di quanto si poteva immaginare inizialmente, non ha creato disagi in termini di code e lunghi minuti di attesa, ma al contrario ha dissuaso la maggior parte dei clienti a entrare, creando un effetto “deserto” impressionante e acuendo una situazione già di per sé precaria.

“Alcuni clienti non hanno problemi nel mostrare il green pass, altri invece sì, e altri ancora non ce l’hanno proprio. Per questi ultimi in particolare si è creato disagio nel doverli mandare via. Purtroppo sono costretta a chiedere di uscire e di conseguenze perdo anche la vendita“, dice invece Michela Raineri, titolare del negozio di scarpe Kammi, in via di Fossatello.

Tuttavia, fortunatamente, non per tutti gli esercenti del centro storico, il primo giorno di green pass è stato così nefasto. Ascoltando infatti le voci di titolari di cartolerie, librerie, gioiellerie, negozi di abbigliamento, accessori, scarpe (ecc…) emerge sì la demoralizzazione e lo sconforto per un periodo davvero improduttivo ma al tempo stesso non hanno riscontrato grandi disagi o problemi nel chiedere il green pass.

Alcuni hanno sottolineato che proprio perché affluenza è così bassa è possibile gestire il controllo dei green pass con grande facilità. Altri invece hanno detto che gli unici problemi che hanno avuto sono tecnici, legati all’app, da aggiornare quasi ogni giorno, oppure talvolta lenta a leggere il Qrcode. Altri ancora invece, pur non avendo avuto problemi di alcun tipo e pur mantenendo un buon livello di vendita dicono di sentirsi presi in giro come categoria, soprattutto quando vedono le persone in giro senza mascherina o gli autobus stracolmi.

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