Genova. Le bandiere arcobaleno, con scritto Pace, tirate fuori dal cassetto, insieme ad altre bandiere, quelle gialle e blu del paese ucraino. Hanno colorato piazza De Ferrari, a Genova, per il primo presidio per la pace e contro la guerra organizzato a poche ore dai bombardamenti su Kiev da parte della Russia.

Una manifestazione organizzata dal centrosinistra e a cui hanno aderito molti partiti, associazioni, comitati e singoli cittadini. Diverse centinaia quelli in piazza, semplicemente, per esprimere il proprio sgomento e sperare per una risoluzione rapida e meno cruenta possibile.

A De Ferrari anche molte donne ucraine – sono soprattutto donne quelle che compongono la comunità ucraina anche a Genova, ad aver lasciato il Paese in cerca di lavoro in Italia – si sono presentate avvolte nelle loro bandiere, con cartelli contro Putin e contro l’invasione. “Stiamo provando grande paura, preoccupazione e rabbia – dicono – ci sono i nostri parenti là, non possiamo stare loro vicino di persona ed è per questo che scendiamo in piazza, al momento sembra che la situazione si sia tranquillizzata, ci dicono da casa, ma i nostri cari vivono nel panico, hanno paura, non credevano che sarebbe davvero scoppiata la guerra, pensavano e pensavamo che la diplomazia avrebbe risolto i problemi ma con Putin non si può mai stare tranquilli, Putin ha le mani sporche di sangue“, afferma mostrando un foglio con il volto del presidente russo coperto dall’impronta di una mano rossa.

“Siamo spaventati, non sappiamo cosa pensare – dice un’altra giovane donna, ucraina, in piazza con la madre – qui ho mia mamma ma mio fratello e la sua famiglia, con i suoi bambini sono rimasti là, in Ucraina, la situazione è orribile perché non sanno cosa aspettarsi. La manifestante continua: “Speriamo che con l’intervento dell’Europa si possa arrivare a un accordo e che Putin possa tornare sui suoi passi, sperando che si mantenga l’unità nazionale, perché non è vero che storicamente non ha senso una nazione ucraina come dice la Russia”. Un gruppo di ucraini è poi salito sulla scalinata di palazzo Ducale e ha intonato a gran voce l’inno nazionale.

“L’imperialismo è una merda, da qualsiasi parte provenga”, affermano senza tante mezze misure alcuni giovani, studenti genovesi, in piazza che si dicono “poco stupiti” del deflagrare del conflitto: “Dall’escalation dei giorni scorsi si poteva immaginare che la diplomazia non stesse riuscendo a fare il suo lavoro, vedremo cosa succederà nei prossimi giorni ma fino a oggi c’è stata una debolezza da parte dei Paesi europei, l’Ue avrebbe dovuto alzare la voce con più tempestività con sanzioni pesanti, non solo minacce di sanzioni“. Un altro giovane continua: “Le dinamiche sono molto complesse, forse se in passato l’Ucraina fosse stata lasciata in grado di decidere come organizzarsi e se in parte unirsi alla Russia”

“Non pensavamo che la Russia si sarebbe spinta fino a questo punto”, afferma invece un altro cittadino genovese, in piazza con moglie e figli piccoli. “Stamani ci siamo svegliati con queste notizie e non possiamo fare che altro che scendere in piazza”. Anche secondo lui il problema di una diplomazia poco incisiva è al pari delle responsabilità dello stesso “zar” e teme che le sanzioni “non saranno sufficienti e andranno a colpire soltanto la popolazione russa”. “Noi in questo abbiamo paura, ma dobbiamo avere paura per uscire dallo stato di indifferenza”, conclude.

Il presidio delle 18 “per non restare indifferenti di fronte a ciò che succede in Ucraina, perché la pace è l’unica soluzione”, è stato organizzato dal Pd ma hanno aderito anche Linea Condivisa, Lista Sansa, Demos, Partito Socialista Italiano, Azione, Articolo Uno e Sinistra Italiana, Giovani Democratici Genova, Sinistra Universitaria Genova, e Rete degli Studenti Medi.

La Fiom di Genova ha dichiarato per domani, venerdì 25 febbraio, due ore di sciopero contro la guerra con concentramento in piazza Massena a Cornigliano. Un’ora di sciopero per turno indetta anche dai lavoratori del porto.

Confermata anche la manifestazione indetta per sabato 26 febbraio alle 16.30 in largo Pertini da San Benedetto al Porto, Arci e i pacifisti che danno vita ogni mercoledì all’ora del silenzio per la pace ed Emergency. Tra le adesioni anche quella della Cisl.

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