Manifestazione

Diga Perfigli, la protesta arriva sotto la sede di Città Metropolitana: “Fermate lo scempio” fotogallery

Comitati e attivisti hanno portato il presidio a Genova: "Temiamo una nuova stagione del cemento a Lavagna"

Genova. Una cinquantina di attivisti questa mattina si sono ritrovati sotto la sede di Città Metropolitana per portare ‘sotto al palazzo’ la protesta contro la realizzazione della diga Perfigli, il grande muro di contenimento che taglierà in due la piana dell’Entella per difendere l’abitato da eventuali esondazioni del torrente.

Almeno sulla carta. Secondo il comitato “Forze Amiche della piana del Fiume Entella”, sostenuto da ambientalisti e associazioni l’opera, infatti, sarebbe inefficace per risolvere i problemi del grande corso d’acqua, le cui piene si verificano a causa di criticità legate alla portata idraulica della foce dell’Entella, da anni ostruita da detriti mai rimossi.

Un’opera, quella della diga Perfigli, contestata anche dagli enti territoriali, ma che comunque è partita, con i primi interventi sullo storico ‘suggiun’ e i primi espropri dei terreni interessati dai cantieri. “Siamo qua per far conoscere questo grande problema a tutta la città e possibilmente a tutta la regione – spiega Stefano Appoggi, coordinatore del comitato – e per trovare un modo per fermare questa opera che devasterà un territorio già fragile e che potrebbe aprire ad una nuova stagione di speculazione per la piana”. Secondo molti, infatti, questa ‘messa in sicurezza’ potrebbe infatti sbloccare l’edificabilità di molti terreni, aprendo ad una nuova “stagione del cemento”.

Durante il presidio alcuni manifestanti sono stati ricevuti dalla consigliera delegata ai lavori pubblici Laura Repetto, che ha ascoltato le rimostranze dei manifestanti e spiegato la parte operativa del progetto. “Tutte cose purtroppo note – spiega Davide Grillo, attivista del Movimento 5 Stelle di Chiavari – il progetto è esecutivo e andrà avanti. Noi ci opporremo in tutti i modi. Durante la riunione abbiamo portato anche la testimonianza dei cittadini che si sono visti entrare le ruspe in case senza nessun tipo di avviso. Una pratica disarmante e disumana che ha portato molta rabbia, soprattutto visto che su alcuni interventi del progetto ci sono ancora in pendenza ricorsi al tar e pratiche di tutela storica”.

Non è finita qua: nei prossimi giorni, infatti, sarà convocata una nuova riunione con i rappresentanti dei comitati e dei residenti per fare un ulteriore punto sull’avanzamento dei lavori. Anche se la richiesta dei cittadini rimane solo una: quella di fermarli. Per sempre.

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