Genova. Terminalisti, armatori e cittadini: ha tre teste il ricorso ai giudici amministrativi per fermare o quanto meno mettere in stand by il progetto di dislocamento dei depositi chimici di Superba e Carmagnani da Multedo a Sampierdarena. Sono tre, finora e se non ci sono stati documenti ritirati, i ricorsi al Tar presentati contro gli atti dell’autorità portuale in materia.
Uno è di Sampierdarena Olii e Saar, che fanno capo all’imprenditore Beppe Costa, uno è del Gruppo Grimaldi (Emanuele Grimaldi è colui che ha agitato per il porto di Sampierdarena lo spauracchio di una nuova Beirut) e l’altro è di alcuni cittadini dell’area di Sampierdarena più vicina a ponte Somalia, promosso dal municipio Centro Ovest e sul quale anche il Pd ha annunciato il proprio supporto (domani ci sarà la conferenza stampa per sancire l’alleanza).
Residenti e aziende portuali in particolare puntano a rendere nulli o sospendere sia la delibera di palazzo San Giorgio con cui a dicembre ha approvato l’adeguamento tecnico funzionale per permettere lo sbarco a ponte Somalia di materiale infiammabile, Atf propedeutica appunto al progetto di dislocamento dello stoccaggio e movimentazione delle sostanze chimiche, sia contro l’altra delibera, di fine anno, che ha accolto le istanze di Superba e Carmagnani sull’utilizzo dell’area e rigettato quelle di altri terminalisti.
In discussione ci sarebbe, a cascata, anche il decreto del commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto Polcevera, ovvero Marco Bucci, con cui si destinano al dislocamento 30 milioni di euro stanziati con il decreto Genova. Secondo Bucci è legittimo utilizzarli perché rientrano in uno progetto più ampio di organizzazione della logistica portuale e cittadina, secondo i ricorrenti, però, i due piani non dovrebbero toccarsi anche perché i fondi sono pubblici ma il dislocamento è una partita del tutto privata.
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