Dialogo

Concessioni balneari, il Sib e la Fiba non sono soddisfatti: “Accolte alcune richieste, ma non basta”

Inizieranno un confronto con le forze politiche "affinchè la misura sia integrata e rafforzata, per trovare quel giusto punto di equilibrio"

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Roma. L’accoglimento da parte del governo di alcune richieste del Sib, il Sindacato Italiano Balneari e della Fiba, l’associazione dei balneari aderente a Confesercenti, non accontenta comunque gli operatori del settore, che chiedono modifiche in Parlamento al nuovo decreto legato alle concessioni balneari.

“L’emendamento approvato in Consiglio dei ministri sulle concessioni balneari ha accolto alcune nostre richieste come la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni o l’eliminazione del canone quale elemento di valutazione. E si potrebbe continuare. È altresì importante precisare che non si tratta di una norma che è già in vigore, ma solo di una proposta che il governo farà in Parlamento. Certamente un lavoro impegnativo da parte dei ministri coinvolti in questo percorso complesso, ma ribadiamo con fermezza che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare”. Questa la dichiarazione congiunta di Antonio Capacchione presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente della Fiba, l’associazione dei balneari di Confesercenti.

“Auspichiamo − proseguono Capacchione e Rustignoli – che tutte le forze politiche che, da tempo con responsabilità, sono vicine agli imprenditori balneari possano lavorare in sinergia con le Regioni e le Associazioni di categoria affinché il provvedimento trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire, innanzitutto, gli investimenti futuri e la salvaguardia delle imprese del settore. Per il sistema turistico balneare il lavoro, a nostro avviso, comincia adesso: da parte nostra, siamo pronti a offrire tutta la disponibilità ed il contributo indispensabili nel confronto con Regioni e Parlamento”.

I vertici dei due principali sindacati di categoria annunciano che inizieranno un confronto con le forze politiche “affinchè la misura sia integrata e rafforzata, per trovare quel giusto punto di equilibrio che non è assolutamente l’interesse della categoria dei balneari ma che, a nostro avviso, rappresenta innanzitutto l’interesse del sistema turistico e balneare italiano nel complesso e, ancora di più, l’interesse pubblico, un principio cardine quando si coinvolge il demanio marittimo”.

Anche Gianmarco Oneglio, presidente regionale di Fiba Confesercenti, commenta: “Stiamo parlando di una materia che riguarda da vicino il lavoro di centinaia di migliaia di addetti in tutta Italia, 35mila nella sola Liguria, dove le concessioni demaniali sono 3.900, delle quali 1.275 riguardanti gli stabilimenti balneari”.

Alla luce di questi numeri, e quindi delle ricadute che avrà il provvedimento, Oneglio conferma che la categoria si sarebbe aspettata una maggiore concertazione del governo con i territori e le associazioni: “Invece il decreto è stato liquidato in poche ore. Solo i successivi emendamenti hanno permesso di recuperare alcune delle nostre richieste, come la  tutela, in sede di gara, del valore delle aziende, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni e l’accoglimento della nostra richiesta che il valore del canone demaniale non sia oggetto di rilancio d’asta, bensì commisurato alla durata della concessione e agli investimenti che verranno proposti dai candidati. Ora auspichiamo che il decreto possa essere ulteriormente migliorato dal parlamento”.

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