Genova. Chiamarla “rivoluzione per le spiagge” probabilmente è ancora troppo azzardato, ma di certo le nuove regole varate dal Governo che recepiscono la sentenza del Consiglio di Stato e mettono a gara tutte le concessioni balneari a partire dal 2024 sono destinate a cambiare qualcosa anche sul litorale genovese. Non solo perché gli stabilimenti dovranno comunque rispettare la “costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia, anche al fine di balneazione”, principio che oggi trova raramente applicazione, ma anche perché si potranno sbloccare i ragionamenti sull’estensione delle spiagge libere, finora condizionati dal pasticcio legislativo e giudiziario sulla direttiva Bolkestein.
“Adesso aspettiamo che il Governo stabilisca coi decreti legislativi i principi con cui andranno bandite le gare – spiega l’assessore al Demanio marittimo Pietro Piciocchi -. I concessionari uscenti saranno garantiti per gli investimenti fatti, che è quello che avevamo chiesto. La nostra posizione finora è stata regolamentata da una delibera che ha messo al riparo le imprese, altrimenti tutte le concessioni in essere sarebbero state considerate abusive dalla magistratura. Ora abbiamo un po’ di tempo per capire come muoverci. Nel frattempo abbiamo realizzato uno studio che simula dove si potrebbero collocare nuove spiagge libere senza interferire con le concessioni attuali”.
Secondo i dati del Comune, a Genova ci sono 31 spiagge libere, 10 nel Ponente e 21 nel Levante, equivalenti a 2,83 chilometri di fronte mare e 57.405 metri quadrati di superficie. Di queste, tuttavia, il 25% è composto da scogli e il 28% da ciottoli. E i servizi spesso scarseggiano: docce e servizi igienici sono presenti sul 55% degli arenili, il bagnino sul 48%, mentre appena il 16% è accessibile ai disabili. L’obiettivo per il 2022 è incrementare queste percentuali puntando soprattutto sul potenziamento di San Giuliano, praticamente l’unica vera spiaggia libera di corso Italia.
In base alla simulazione di Tursi, però, si potrebbero ricavare altre spiagge libere (eventualmente attrezzate) senza modificare l’assetto dei tratti in concessione: in corso Italia vicino al Garden, a Quarto all’altezza della stazione ferroviaria, a Quinto nei pressi del depuratore e sotto l’ex tiro al piccione, a Nervi sotto villa Luxoro, a Voltri nel tratto a Levante della spiaggia esistente. In tutto sarebbero sette spazi, oggi occupati perlopiù da scogliere o distese di ciottoli, che permetterebbero di guadagnare 600 metri di fronte mare e 11.550 metri quadrati di superficie.
A dire il vero, il piano per aumentare le spiagge libere esisteva già: si chiamava Proud (progetto di utilizzo del demanio marittimo) e fu approvato in extremis nel 2017 della giunta Doria. L’obiettivo era raggiungere il 40% di arenile libero e gratuito sul totale della costa balneabile, come previsto da una legge regionale del 2008, erodendo tratti di spiaggia qua e là a parziale danno degli stabilimenti. Per gli ultimi cinque anni questo disegno è sempre rimasto inapplicato, anche perché condizionato proprio dall’incertezza sulle concessioni. L’assessore Pietro Piciocchi lo aveva definito “non prioritario” all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, e oggi conferma che “il tema delle concessioni è talmente rilevante che non credo che si metterà mano al Proud entro la fine di questo mandato“. Alcuni punti, in realtà, potrebbero tornare attuali, come quello che prevede la creazione di un percorso pedonale continuo tra gli stabilimenti balneari di corso Italia per garantire il libero accesso alla battigia.

Il nuovo regime delle concessioni marittime potrebbe essere anche l’occasione per sanare un problema annoso che affligge i Comuni: “Noi riscuotiamo i canoni per conto dello Stato ma non tratteniamo un euro – spiega Piciocchi -. Bisognerebbe rivedere il sistema. Abbiamo grandi difficoltà sulla manutenzione del litorale in cui esercitiamo una funzione per conto dello Stato ma non abbiamo le risorse per farlo”. Tra l’altro l’importo dei canoni demaniali riscossi dal Comune di Genova presso gli stabilimenti balneari si è più che dimezzato per effetto delle nuove norme venute in soccorso alla categoria: dai 617.390 euro del 2020 si è passati ai 276.390 euro del 2021.
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