Genova. Doveva essere la giornata della svolta, ma si è trasformata in un nulla di fatto con un rinvio di quasi tre mesi che sposta ancora una volta un possibile passaggio cruciale per la vicenda. Parliamo dell’udienza del Tar riguardante i due ricorsi presentati contro l’atto che dà il via libera delle ricerche minerarie sul complesso del monte Beigua finalizzate alla quantificazione di titanio e terre rare presenti nel sottosuolo, rinviata ieri causa Covid.
Un avvocato del team legale della Compagnia del Titanio, infatti, è stato raggiunto dal contagio e non ha potuto presenziare, imponendo in questo modo un rinvio al prossimo 13 aprile, quando i giudici del Tribunale amministrativo ligure dovranno entrare nel merito della questione e pronunciarsi sulle richieste delle due parti: il ricorso di Legambiente e delle amministrazioni comunali interessate che chiede l’annullamento totale del permesse, e dall’altra parte il ricorso del CdT contro il limite imposto alla ricerca mineraria fuori dai confini del parco del Beigua, cosa che di fatto riduce al 60% il territorio interessato.
Nel frattempo, però, secondo alcune fonti qualificate, l’indagine geologica sarebbe già iniziata partendo dalla parte documentale, cioè lo studio dei vecchi sondaggi e delle vecchie ricerche sulla composizione del sottosuolo di quei monti: una fase bibliografica comunque propedeutica alla parte più fattuale, dove i tecnici del CdT dovrebbero fare sopralluoghi e campionamenti.
“Siamo in un momento molto confuso e in una atmosfera quasi surreale – commentano gli attivisti mobilitati contro la ricerca mineraria – dopo il via libera per le miniere del Tigullio qua si respira un’atmosfera molto cupa, unita alla pesantissima situazione legata al Covid, senza dubbio, ma anche e soprattutto alla peste suina, che di fatto sta impattando notevolmente sulla vita di questi territori”.