Alla deriva

Scuola e covid, la protesta si allarga. Striscione degli insegnanti alla Andersen: “Non va tutto bene”

"Non possiamo confermare l'ottimismo del ministro, le classi sono divise a metà tra chi segue in presenza e chi da casa, è il caos"

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Genova. Si allarga la protesta del comparto scolastico genovese alle prese con l’onda lunga della pandemia da Covid-19, il virus che continua a tenere sotto stretto assedio le classi degli studenti genovesi, divisi tra lezioni in presenza e a distanza, attesa senza fine per tamponi e certificazioni che non arrivano, nella giungla di norme che cambiano in continuazione e con la qualità della didattica sempre più in secondo piano.

“Passiamo la giornata a chiedere, verificare raccogliere e comunicare certificazioni, stabilire connessioni internet, rispondere alle tante e dovuto richieste delle famiglie lasciate sole dalle istituzioni in un labirinto di normative – commentano alcuni insegnanti della scuola primaria Andersen di Sant’Eusebio, dell’Istituto comprensivo Staglieno – e il nostro lavoro, quello dell’insegnamento è sempre più secondario”. E sull’onda della protesta già organizzata nei giorni scorsi da altre scuole della città, hanno posizionato sul tetto della scuola uno striscione inequivocabile: “A scuola non va tutto bene”.

Un messaggio, quello che arriva dagli istituti, che contrasta con quanto affermato in questi giorni dal ministro dell’istruzione Bianchi, che ha più volte sottolineato come la ripresa delle lezioni post festività natalizie sia stata senza criticità con oltre il 90% delle classi in frequenza. “Sono dati che noi nel nostro piccolo non possiamo confermare – ci raccontando dalla Andersen – oggi su 85 alunni più di 40 erano a casa, tra quarantene, isolamenti domiciliari e in alcuni casi paura”.

Sì perchè se da un lato il virus sia lo spettro per eccellenza, l’incertezza burocratica sta contribuendo a fare optare molte famiglie per tenere i figli a casa, approfittando delle lezioni miste tra presenza e distanza. “In tutte le classi abbiamo diversi alunni che seguono a distanza – spiegano – fare lezione sta diventando sempre più difficile, e, soprattutto, l’apprendimento dei ragazzi è fortemente a rischio, soprattutto per i cicli scolastici primari”.

A questo si aggiunge la ‘lentezza’ del sistema di tracciamento, che, come abbiamo raccontato diverse volte su queste pagine, è rimasto letteralmente travolto dalla situazione, con il risultato che notifiche e certificazioni dell’Asl arrivano spesso con molti giorni di ritardo. Se arrivano. Cosa che ovviamente getta nel caos le famiglie, alle prese con tamponi (per i quali c’è in ballo anche la gratuità), calcolo di giorni, certificati medici e autocertificazioni.

“Siamo consapevoli che esistono situazioni più difficili della nostra – spiegano gli insegnanti della Andersen – qua abbiamo almeno una buona connessione e gli spazi necessari per garantire il distanziamento. Ma ad esempio le mascherine Ffp2 non sono mai arrivate”. Prossime mosse? “Noi cerchiamo di fare rete con altri colleghi, certo siamo un po’ basiti dal silenzio dei sindacati – concludono – questa situazione è un peso per noi lavoratori e pone una enorme e inquietante incognita per l’apprendimento e il diritto all’istruzione dei nostri alunni, da due anni senza la loro scuola”. Non va per nulla bene.

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