Genova. La trasferta alla Spezia la prossima giornata potrebbe essere decisiva per evitare di tornare nelle sabbie mobili della lotta per non retrocedere. La Sampdoria è in crisi, inutile nasconderlo. Quella con il Torino è la terza sconfitta consecutiva, con D’Aversa sempre meno sopportato dalla tifoseria, che oggi si è rivolta all’allenatore in modo poco elegante invitandolo a fare qualche cambio.
D’Aversa ha fatto scaldare a lungo Vieira e Conti, facendo poi entrare quest’ultimo a un quarto d’ora dalla fine e anche gli attaccanti sono stati inseriti togliendo il pari ruolo. Un atteggiamento che non è piaciuto ai tifosi.
La situazione è complicata. I blucerchiati hanno conquistato solo 9 punti in 12 partite in casa. Non era mai successo.
La rosa ha evidenti problemi, alcuni contingenti, ma determinanti: l’emergenza difensiva è evidente. Dragusin è apparso varie volte in difficoltà, Ferrari, parole di D’Aversa, ha giocato dall’inizio con il solito problema al flessore e quando a centrocampo viene meno il filtro di Thorsby, oggi in crisi a causa di una brutta botta alla testa, la difesa fa fatica.
D’Aversa ha rassicurato sulla lucidità del norvegese: “Si era avvicinato alla panchina nel primo tempo dicendo che non vedeva molto bene, ma non si capiva se era per la fasciatura. Nella ripresa è rimasto in campo perché se la sentiva”. In mezzo, senza Ekdal (oggi in panchina, ma non era in grado di giocare) e con la rescissione di Silva, non c’è qualità. Rincon è apparso un po’ spaesato, soprattutto alla ricerca di movimenti nei compagni, movimenti che non ci sono stati.
Invece il Torino, nonostante l’errore che è costato lo svantaggio, non si è perso d’animo, anzi si è ricompattato: concentrazione, grande utilizzo di entrambe le fasce, una fase di possesso palla accompagnata da tutta la squadra. Non è stato quello che invece ha fatto la Sampdoria. I blucerchiati hanno spesso fatto ricorso al lancio lungo e oggi Candreva, che spesso ha dato qualità alla manovra, non è riuscito a imprimere la sua impronta alla partita.
Eppure D’Aversa sottolinea che se Thorsby o Quagliarella avessero fatto gol, il risultato sarebbe stato un pareggio: “Siamo partiti bene nei primi 20 minuti del primo tempo e all’inizio del secondo tempo. Nei gol abbiamo più concesso il cross che la conclusione”.
Cosa manca allora a questa Sampdoria per non farsi rimontare? “La paura non deve fare da padrona, abbiamo avuto tre possibilità in casa di allontanarci dalla zona calda con Venezia, Cagliari e Torino, abbiamo fallito ma dobbiamo ritrovare lo spirito battagliero. La differenza la fa la voglia e la determinazione di portare a casa il risultato. Bisogna avere un po’ più di cattiveria. Loro oggi hanno avuto più malizia”.
Sicuramente dal mercato dovrà arrivare ancora qualche rinforzo: “Il mercato di gennaio è particolare, mi auguro che arrivino giocatori pronti per dare un contributo a questo club”. Tra le righe il mister ha fatto capire che oggi avrebbe avuto bisogno di qualche elemento in più.
Sampdoria-Torino 1-2
Reti: 19′ Caputo; 27′ Singo; 67′ Praet
Sampdoria: Falcone, Bereszynski, Ferrari (78′ Conti), Dragusin. Augello (88′ Murru), Thorsby, Rincon, Askildsen (78′ Ciervo), Candreva, Caputo (78′ Quagliarella), Gabbiadini (88′ Torregrossa).
A disposizione: Ravaglia, Saio, Ekdal, Vieira, Yepes, Trimboli.
Allenatore: D’Aversa
Torino: Milinkovic, Zima, Bremer, Rodriguez, Singo, Lukic, Mandragora, Vojvoda, Praet (93’Pobega), Brekalo (84′ Zaza), Sanabria (83’Pjaca).
A disposizione: Berisha, Gemello, Izzo, Verdi, Djidji, Warming, Fares, Buongiorno.
Allenatore: Juric
Arbitro: Massimi di Termoli
Ammoniti: Lukic, Bremer (T)
Spettatori: 2.549 paganti, incasso 27.902 euro.