Terzo giorno

Quirinale, il genovese Cassinelli è il terzo più votato. E ora prende corpo l’idea Casellati

Il deputato di Forza Italia: "Quei voti sono attestazioni di stima, non mi monto la testa". Anche la presidente del Senato ha un legame col capoluogo ligure

Generico gennaio 2022

Genova. La partita del Quirinale, di cui oggi a Roma si gioca il terzo tempo a partire dalle 11.00, potrebbe prendere una piega più “genovese” del previsto. È genovese Roberto Cassinelli, deputato di Forza Italia, il terzo più votato come presidente della Repubblica al secondo scrutinio con 17 voti. Non è affatto genovese, ma ha avuto un certo legame col capoluogo ligure, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, ritenuta essere l’asso nella manica di Matteo Salvini per incassare l’intesa almeno di una parte dell’opposizione dopo il “no” alla triade di nomi proposta dal vertice unitario del centrodestra (l’ex presidente del Senato Marcello Pera, l’ex sindaca di Milano Letizia Moratti e l’ex magistrato Carlo Nordio).

“I voti ricevuti? Sono attestazioni di stima e simpatia. Ma non mi monto la testa, resto con i piedi ben saldi per terra, non ho alcuna velleità”, racconta Cassinelli all’Ansa dopo essersi piazzato terzo dopo 527 schede bianche, Maddalena-Mattarella a pari merito (39 voti) e il deputato friulano centrista Renzo Tondo (18 voti). Avvocato 65enne, amico del collega e ministro Alfredo Biondi, patrocinatore in Cassazione, ha avuto una lunga carriera politica prima nel Partito Liberale, poi in Forza Italia, di cui è stato vice-coordinatore regionale della Liguria.

Capire da dove siano arrivate quelle preferenze è difficile. “Di sicuro non c’è il mio voto – precisa -. In queste due chiamate ho votato scheda bianca”. Ovviamente il suo nome non è tra i papabili: “Come sempre fa piacere quando a una elezione così importante ti votano. Sono molto orgoglioso ma finisce qui. Questi voti sono il frutto del mio percorso di vita e professionale, un percorso molto lungo – prosegue Cassinelli -. Spero che si arrivi a scegliere una persona seria e capace, che rappresenti l’unità del Paese. Quando ci sarà un candidato giusto lo voterò, ma al momento la situazione è molto complessa e vedo molta nebbia fitta. Ma la nebbia spesso sparisce con un colpo di vento”.

Non è escluso, allora, che il candidato giusto possa essere la presidente Casellati, in quota Forza Italia, già seconda carica dello Stato (di fatto una vice-Mattarella) che per ora è stata tenuta fuori dalla rosa dei quirinabili del centrodestra. Berlusconiana fin dal 1994 e di posizioni nettamente conservatrici, si è tuttavia guadagnata un rispetto trasversale per il suo profilo istituzionale mai sopra le righe. Veneta di nascita, a Genova fu accolta con grande entusiasmo il 26 marzo 2018, all’indomani della sua elezione in Senato: era arrivata al Carlo Felice per assistere al concerto diretto dal figlio Alvise, ex direttore residente del teatro. Numerose sono state poi le visite istituzionali legate soprattutto alla vicenda del ponte Morandi e alla ricostruzione.

Ieri il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, grande elettore ma anche cofondatore di Coraggio Italia che conta 32 parlamentari, aveva commentato in questo modo: “Anche il secondo giorno di votazioni si è concluso con una fumata nera. Il Paese non può aspettare ma meglio un giorno in più se può servire a scegliere il nome giusto e condiviso da tutti per un presidente della Repubblica che sappia rappresentare l’Italia e gli italiani che hanno davanti grandi e importanti sfide”.

Secondo Pippo Rossetti (Pd), altro grande elettore espresso dalla Liguria, “Sono stati fatti passi in avanti per trovare chi possa essere sostenuto da un’ampia convergenza, un presidente – insomma – con la P maiuscola, salvaguardando la continuità di governo. I tre nomi della rosa del centro destra sono ” troppo” di destra per prendere i voti di tutti i partiti che reggono il governo. 5stelle, PD e Leu, pur facendo sapere che hanno una rosa da contrapporre, non l’hanno presentata e hanno chiesto un incontro tra le due delegazioni. Condivido questo passo: è inutile far nomi di parte, è il momento di trovare una sintesi credibile e convincente per tutti. Domani penso non uscirà il nuovo presidente, ci vuole un numero di voti che nessun schieramento da solo può esprimere, ma mai dire mai. Giovedì si passa a due votazioni, malgrado il Covid. Finalmente!”.

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