Genova. Si è tenuto oggi in piazza Matteotti, a partire dalle 15.30, il presidio di solidarietà promosso da Cobas Scuola, in memoria di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni morto sul lavoro, durante il tirocinio in azienda, a Udine. È stato inoltre proclamato per la giornata di oggi uno sciopero nelle scuole superiori insieme agli studenti in lotta.
“La morte nella scuola lavoro di Lorenzo Parelli studente di Udine, ci ha lasciato sbigottiti addolorati, spezzati dal dolore. Il nostro primo pensiero va alla famiglia e agli amici, ma interroga anche pesantemente tutto quel mondo della formazione professionale e della scuola che ha accolto acriticamente la pratica di allontanamento di giovani studenti e studentesse dalle aule scolastiche per metterli a disposizione come manovalanza di aziende private”, scrivono in una nota gli esponenti dei Cobas Scuola.
Poi proseguono: “L’incidente si è verificato in un centro di formazione professionale, ma avrebbe potuto capitare in qualsiasi scuola secondaria, da quando la controriforma renziana ha imposto l’obbligatorietà del percorsi scuola-lavoro. D’altronde, il ministro dell’istruzione e l’entusiasta Bianchi, che ha addirittura pensato di estendere questa attività nelle scuole primarie, introducendovi un tutor che avvii bambini e bambine “al mondo del lavoro con un’operazione perversa di descolarizzazione di massa”.
E ancora: “La malascuola di Renzi ha introdotto Fattività lavorativa obbligatoria nel percorso di istruzione scolastica con il fine malcelato di insegnare alle giovani generazioni le basi fondamentali (ideologiche e pratiche) del mondo del lavoro nell’epoca del neoliberismo trionfante precarietà, dequalificazione, sfruttamento e compreso nel pacchetto, la mancanza di sicurezza”.
“E questa una delle piaghe che colpisce da anni lavoratrici e lavoratori a ritmi assurdi, con più di tre incidenti mortali al giorno – sottolineano ancora i Cobas Scuola – tanto da farci dire che non si tratta di “incidenti ma di un vero e proprio rischio calcolato dalle aziende per imporre ritmi e organizzazione della produzione insopportabili.
“Nella scuola, soprattutto negli istituti tecnici e professionali, questa pratica ha messo a disposizione delle aziende sul territori centinaia di migliaia di giovanissimi che, con la giustificazione di imparare il mestiere introiettano la concezione dominante per cui è una fortuna trovare un impiego anche se i diritti (salariali, contrattuali, di orario e organizzazione) devono essere sacrificati in nome di una produzione finalizzata al profitti privati piuttosto che a soddisfare i bisogni sociali di tutta la cittadinanza Ricordiamo tutti gli esempi di sfruttamento intensivo assurti a ‘eroi” nella comunicazione pubblicitaria Renatino che lavora H24 e non ha mai fatto un giorno di ferie”, aggiungono.
“Mohamed felice di lavorare in Amazon Sono esempi di propaganda che mostrano la bellezza dello sfruttamento, ma non la perdita dei diritti conquistati nella seconda metà del secolo scorso a suon di lotte L’ASL (Alternanza scuola lavoro), ora pudicamente rinominata PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), insieme agli stages gratuiti e al sotto inquadramento degli apprendisti, costituisce la nuova frontiera del mercato del lavoro in cui lo scambio non è più tra forza lavoro e salario, ma tra lavoro e formazione, reale o presunta che sia Spesso si tratta di lavoro gratuito tour court, un ossimoro anche da un punto di vista costituzionale”.
L’art. 35 prevede che il lavoratore/trice ha diritto ad una retribuzione, che in ogni caso garantisca a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa La funzione valoriale dell’ASL e degli stage è qui evidente formare i giovani alfidea di un lavoro senza diritti. E che la scuola pubblica, ma anche la formazione professionale regionale, svolgano una funzione del genere è scandaloso.
Poi avviandosi verso la conclusione dicono: “Esattamente come noi, il movimento studentesco, che sta rialzando la testa dopo due anni di reclusione psicologica, denuncia l’ASL/PCTO come una mala pratica da abolire, per riportare nelle aule (da ampliare, ristrutturare e rendere accoglienti) studenti e studentesse non si migliora la scuola allontanando dall’istruzione, ma rendendo migliore la scuola eliminando le classi-pollaio, aumentando gli organici e attrezzando laboratori e aule di strumenti adeguati e ammodernati2.
“Come Cobas – concludono infine – chiediamo la sospensione immediata di tutti i percorsi di scuola lavoro nell’anno in corso; l’abolizione del PCTO/ASL nelle scuole e la revisione del percorsi formativi nel centri di formazione professionale; basta con lo sfruttamento di lavoro non retribuito sotto forma di stage gratuito; sostituzione, dell’addestramento al lavoro con la riflessione critica e la formazione approfondita sul diritti e sulla sicurezza sul lavoro; formazione specifica al lavoro a carico delle aziende dopo la fine del percorsi di studio; ammodernamento dei laboratori nelle scuole con la strumentazione necessaria; eliminazione classi-pollaio, aumento degli organici (docenti e ATA).