Genova. Nel pomeriggio di oggi gli attivisti di Genova che osa hanno distribuito nei palazzi del centro storico un documento di proposte, un “Manifesto della Notte”, per migliorare la movida attuale. Qui il link per scaricare il documento.
“Genova per i giovani è sempre meno accogliente e offre sempre meno opportunità, ogni anno migliaia di ragazzi scelgono di trasferirsi altrove e, allo stesso tempo, in pochi scelgono la nostra città per l’università o per lavorare. Una città senza giovani non è accogliente per nessuno e non ha futuro“, scrive Genova che osa in una nota.
Tra le proposte figurano l’istituzione del “sindaco della notte”, una figura istituzionale che funga da mediatore tra i frequentatori della movida e gli abitanti dei luoghi in cui si svolge (figura presente a Londra e Amsterdam); il recupero di spazi abbandonati fuori dal centro storico per creare occasioni di divertimento notturno; estendere gli orari di teatri, spazi universitari e biblioteche; promuovere un “patto per la musica” per facilitare quella dal vivo; potenziare il trasporto pubblico notturno anche con l’apertura della metropolitana h24; investire nella prevenzione attraverso una “unità di strada” che operi con un camper per dare servizi a chi rischia le conseguenze dell’abuso di alcol (chiedere aiuto, andare in bagno, ricaricare il telefono, chiamare un taxi, fare un alcol test); abbellire gli spazi con panchine e piante per prevenire l’effetto “finestre rotte”, il degrado che chiama degrado.
“Vogliamo una città che offra di più: spazi e occasioni per stare insieme e divertirsi, più musica dal vivo, intrattenimento e offerta culturale. Vogliamo una movida che sia più della semplice offerta di alcolici. Vogliamo che sia più accessibile e distribuita in tutti i quartieri della città, ben servita con trasporti pubblici notturni, che garantisca un ritorno a casa sereno e autonomo per le donne ed in generale i cittadini”, spiegano i giovani attivisti.
“Abbiamo deciso di organizzarci per far sentire la nostra voce, non subire le decisioni ma partecipare a determinarle, dar vita a una Genova per i giovani. Perché senza il nostro impegno assisteremo passivamente a una città che si spegne in silenzio”, concludono.