Si può fare

Miniere di Levante, Cingolani autorizza le ricerche minerarie nel Tigullio per oro, argento e terre rare fotogallery

Le operazioni si svolgeranno su un'area di 8 mila ettari, e dureranno almeno 3 anni

miniere levante cingolani

Genova. Via libera al piano triennale per le nuove ricerche minerarie sul Monte Bianco, richieste per mappare la presenza di materiali come oro, argento e rame, fondamentali per l’industria hi-tech, e che coinvolgerà le valli GravegliaPetronio, Gromolo e Vara. L’ok ministeriale, firmato dal ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani e dal ministro della Cultura Dario Franceschini, arriva dopo diversi mesi di dibattito pubblico molto acceso, che aveva visto l’opposizione al progetto di tutti i comuni interessati, insieme a Città Metropolitana e Regione Liguria.

Tutti contrari, qua in Liguria, ma a Roma la pensano diversamente: la procedura di valutazione di impatto ambientale, arrivata il 17 gennaio, ha infatti valutato che le operazioni di ricerca, previste per tre anni ma che potranno durare anche cinque, così come sono state presentate nel progetto non avranno strascichi per il territorio e relative conseguenze ambientali e paesaggistiche.

Ma a spaventare i territori è l’eventuale fase B: una volta mappati e quantificati i minerali e le terre rare, quando cioè sul piatto della bilancia ci saranno eventualmente i milioni, se non miliardi di euro di valore del tesoro nascosto ancora dalle montagne liguri, per i sostenitori degli scavi sarà più facile convincere le autorità, vista la contingenza di mercato.

Il progetto si chiama ‘Ricerca mineraria del Monte Bianco‘, ed è stato presentato lo scorso aprile dalla società Energia Minerals, una compagnia italiana, con sede legale in Torino, controllata interamente dalla australiana Alta Zinc Ltd, specializzata nello scavo di metalli di pregio per il sempre più affamato mercato delle materie prime legate alle tecnologie smart e alla mobilità elettrica.

L’area interessata dalla ricerca è molto vasta, circa 8 mila ettari, e interseca i territori dei comuni di Sestri Levante, Né, Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese: non si scaverà in questa fase, viene sottolineato nel progetto, ma si partirà da una valutazione “storica” delle vecchie miniere, circa una decina, già presenti nell’area, a cui si aggiungeranno campioni di rocce affioranti, acque dei torrenti e sondaggi elettromagnetici capaci di fornire una “ecografia” delle rocce in profondità. Tutto è partito dall’analisi della letteratura legata agli storici delle attività estrattive della zona, che hanno presentato valori di concentrazione e purezza dei metalli tali da attirare gli appetiti della multinazionale australiana. Sono tanti gli elementi chimici nel mirino della Energia Minerals, tra cui oro, argento, rame, zinco, manganese, rutilio, alluminio e titanio.

La notizia ha già messo in allarme comuni e cittadini delle aree interessate: in questi 8243 ettari ricadono infatti una porzione del Parco dell’Aveto e almeno tre zone speciali di conservazione, così definite dalla direttiva europea “Habitat” che individua le aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell’Unione Europea. Ma non solo: i monti potenzialmente interessati dalle attività di cava, nel caso si passasse dalle carte alle pale, caratterizzano il paesaggio di tutta la costa del Levante, paesaggio la cui integrità potrebbe essere quindi a serio rischio, nonostante gli ultimi decenni di sforzi nelle tutele e nelle valorizzazioni ambientali. Senza dimenticare il turismo: tra le miniere che potrebbero essere riattivate c’è quella di Gambatesa, uno dei siti maggiormente attrattivi a livello turistico di tutta la Liguria.

Questo via libera, quindi, potrebbe sancire l’inizio di una nuova era mineraria per la nostra regione, su di cui si è risvegliato in questi mesi un certo interesse internazionale dal punto di vista estrattivo. Ancora incerta la sorte delle ricerche minerarie sul Beigua, tra Genova e Savona, la cui autorizzazione arrivata dagli uffici regionali aveva creato valanghe di polemiche e scontri politici sulla questione: oggi a levante la situazione si è sbloccata, e la macchina si è messa in moto, per arrivare dove ancora non si può sapere.

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