Critica

Green pass per i negozi ma non per i supermercati, la rivolta di Confcommercio Genova

"In questo modo si creano disparità tra piccoli esercizi e grande distribuzione"

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Genova. Dal 1 febbraio il governo ha individuato un elenco di attività dove non si potrà accedere se non in possesso di green pass. Chi non ha un green pass rafforzato né il risultato negativo di un tampone, ad esempio, potrà entrare nei supermercati e comprare qualsiasi articolo in vendita. Impossibile invece ritirare la pensione negli uffici postali, visto che gli over 50 sono tra le categorie che hanno l’obbligo vaccinale. Via libera anche nelle farmacie, parafarmacie, sanitari e ottici, per l’acquisto di carburanti, prodotti per animali e per il riscaldamento, per gli uffici giudiziari o di pubblica sicurezza per presentare denunce ma per qualsiasi altra esigenza, compreso l’acquisto di sigarette, libri e giornali servirà almeno il green pass base.

Un impianto di norme che non piace alle associazioni di categoria. A Genova Paolo Odone, presidente di Confcommercio Genova e Umberto Solferino, responsabile dei Civ, fa notare come questo dpcm, di fatto, penalizzi i negozi di vicinato.

“Comprendiamo le finalità dell’operazione e i nostri imprenditori sono sempre stati ligi a tutte le disposizioni per evitare o contenere il contagio, allo scopo di poter prima possibile ripartire scongiurando i rischi che tutti conosciamo”, scrivono in una nota inviata agli enti locali.

“Tuttavia oggi è indispensabile che il Governo corregga alcune palesi disparità di trattamento. In un negozio di vicinato che vende, ad esempio tv , elettrodomestici, e così via è necessario il green pass, ma in un supermercato alimentare che vende anche altri prodotti non essenziali, come ad esempio appunto gli stessi elettrodomestici non è necessario il green pass e si può acquistare qualsiasi articolo. Lo ha precisato una faq del ministero”, continua la nota.

“Si tratta di una disparità di trattamento che come è ben comprensibile danneggia i piccoli negozi. Ripetiamo siamo d’accordo sugli obiettivi ma non sul fatto che per raggiungerli si venga a creare un danno ad alcuni e un beneficio ad altri. Invitiamo pertanto gli Enti preposti a fare leva sul Governo affinché si corregga con sollecitudine questa assurdità”, concludono Paolo Odone e Umberto Solferino.

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