Genova. Costruire una grande rete di volontari composta dalle centinaia di persone che ogni giorno attraversano in nostri boschi per fare sport, per passione e tempo libero finalizzata a tenere sotto controllo e mettere in sicurezza il territorio genovese oggi alle prese con la peste suina.
Questa è la proposta che arriva dal mondo dell’outdoor di Genova, di fatto messo in lockdown totale dai divieti imposti dal governo per quanto riguarda la circolazione di boschi, sentieri e monti: “Chi vive il territorio grazie alle proprie passioni come ciclismo, trekking, trail building, è una realtà che conta centinaia e centinaia di persone, un vero e proprio “esercito” che può dimostrare un grande impegno sociale, volontario ed interessato alla sola salvaguardia del territorio. E chi meglio degli appassionati di “outdoor”che conoscono il territorio anche negli angoli più sperduti può dare un contributo fondamentale per monitorare, mappare e coadiuvare le Istituzioni nella lotta alla “peste suina?”.
A mettere nero su bianco la proposta Lorenzo Baglietto e Giorgio Romagnoli presidenti rispettivamente dell’associazione sportiva dilettantistica Fiftyeight Bike Team e del Monte Fasce Bike Group, che lanciano il nome degli “Angeli dei Boschi“, con l’evidente richiamo alla grande ondata di volontariato che negli anni ha permesso a Genova e ai genovesi di uscire in piedi dalle peggiori catastrofi naturali, come le alluvioni.
E visto che questa pesta suina non sembra promettere bene, meglio portarsi avanti, mettendo in campo tutte le risorse possibili: “Ogni settimana percorriamo, per pura passione, centinaia di chilometri quadrati -hanno dichiarato – che potrebbero essere trasformati dalle Istituzioni in attività di controllo e prevenzione, solamente coordinando e raccogliendo i dati. Dei veri e propri “Angeli dei Boschi” per segnalare carcasse di animali morti, branchi di cinghiali in movimento da una zona all’altra, prevenzione antincendio e perché no anche altre forme di illegalità come ad esempio la vergognosamente diffusa attività di discarica abusiva“.
La proposta è diventata una lettera appello alle istituzioni cittadine e regionali per poter organizzare, su base volontaria, una vera e propria rete di osservatori, sfruttando le naturali inclinazioni delle persone e senza chiudere i boschi a chi li frequenta ogni giorno: “Un aiuto prezioso che siamo pronti ad offrire. Sensibilizzando il senso civico di ognuno di noi, boschi, prati e spiagge diventerebbero davvero parte integrante del nostro quotidiano – concludono – Inoltre riconoscere ad un cittadino il ruolo di coadiuvante alla salvaguardia del territorio sarebbe un grande gesto amministrativo. Lavoriamo tutti insieme. Noi siamo pronti.”