Genova. Durante la seduta odierna del Consiglio comunale di Genova è stata approvata la delibera proposta dalla giunta di apportare modifiche al Puc al fine di permettere l’utilizzo commerciale dell’ex cinema di Oregina di via Paolo Cella, fino ad oggi catalogato con destinazione d’uso per l’housing sociale.
Un passaggio scontato, visto che la notizia dell’acquisizione dello stabile, già privato, da parte di una nota catena della grande distribuzione alimentare è di qualche mese fa, data in anteprima da Genova24, ma necessario per definire l’operazione che vedrà arrivare in quei un market di vicinato, e dei locali ad uso palestra. In Sala rossa 21 sono stati i voi favorevoli da parte della maggioranza in aula, mentre 15 i voti di astensione da parte delle opposizioni.
L’operazione rilancerà un edificio in disuso da diversi anni, e che non aveva mai visto partire quella che doveva essere la sua nuova stagione abitativa, pensata nel lontano 2009. Un market da 250 metri quadrati che sorgerà a poche decine di metri dal mercato comunale di Oregina, anche questo destinato a chiudere, con la struttura che ospiterà un punto vendita di un noto marchio di pet food.
Un “turn-over” di attività commerciali che ha visto qualche criticità legata ad alcuni posti di lavoro rimasti in bilico: le due persone fino al 31 dicembre operative presso mercato di quartiere dovrebbero essere assorbite dal market di via Paolo Cella, mentre per i due titolari di un negozio per animali della zona, per i quali l’arrivo della grande catena significa morte commerciale certa, è ancora in corso una trattativa “sociale” per evitare il sacrificio del posto di lavoro.
Insomma, con oggi si mettono a posto tutti i pezzi del puzzle del nuovo assetto commerciale di Oregina che da un lato vedrà la perdita dello storico mercato, di un piccolo negozio per animali a condizione familiare ma anche di uno spazio da tempo abbandonato come quello dell’ex cinema, mentre dall’altro braccio della bilancia ci guadagnerà un market e un grande pet store. Da verificare ancora il bilancio dei posti di lavoro. E poi ai posteri, e ai consumatori, potremo lasciare l’ardua sentenza.