I dati

Covid, Toti: “L’81% dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinato. Vaccino baluardo aggravamento della malattia”

Secondo Giovanni Sebastiani, ricercatore del Cnr, "i no vax rischiano 15 volte di più di finire ricoverati rispetto a chi ha il booster"

Gli USA donano letti e monitor di terapia intensiva al Gaslini

Liguria. Le terapie intensive degli ospedali della nostra regione sono occupate all’81% da pazienti non vaccinati. A fornire il dato il presidente Giovanni Toti, durante la conferenza stampa sul punto della situazione Covid in Liguria.

Nello specifico, spiega il governatore, i ricoverati in terapia intensiva sono 43, di cui 34 non ha ricevuto alcuna dose di vaccino. Dei restanti 9 pazienti, “6 sono ricoverati per motivi non legati al Covid, ma sono comunque risultati positivi”, mentre “sono solo 3 le persone vaccinate ricoverate a causa del Coronavirus”.

“Questo conferma che il vaccino, se in qualche modo lascia campo alla circolazione del virus in termini di possibilità di infettarsi, è effettivamente un fortissimo baluardo di fronte alla degenerazione acuta della malattia se completato nei tempi corretti“, sottolinea il governatore.

Concetto ribadito anche dal matematico Giovanni Sebastiani, primo ricercatore presso l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” del Cnr. “Quello che si vede – ha affermato ai microfoni della trasmissione “L’imprenditore e gli altri” su Cusano Italia Tv – è che dopo 4 mesi dalla seconda dose c’è un abbassamento dell’efficacia dei vaccini. Se noi andiamo a vedere i ricoveri in generale, un non vaccinato ha una probabilità 4 volte maggiore di un vaccinato con una dose di finire ricoverato, 13 volte rispetto a chi ha fatto due dosi prima di 4 mesi, 15 volte rispetto a chi ha fatto tre dosi”.

Sebastiani, poi, ha evidenziato come il virus corra più velocemente tra i giovani. “Nella fascia tra i 12 e i 19 anni, la percentuale di vaccinazione è del 76%, con una maggioranza di seconde dosi e una minoranza delle terze dosi. Nella fascia 5-11 anni è intorno al 6%. L’incidenza in queste fasce è 2-3 volte superiore a quella delle altre fasce. Il contagio viaggia molto più velocemente in queste fasce d’età”.

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