Genova. “Il passaggio in zona arancione? Non credo ci sarà. Tutti ci hanno dato in zona arancione da molto tempo, alla fine i dati oggi sono ancora una volta stabili”. A confermare le notizie ufficiose che arrivano da Roma – e che saranno ufficiali nella giornata di domani – è il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto a margine della presentazione del salone Orientamenti.
“Le nostre terapie intensive sono ferme a 40, il numero degli ospedalizzati scende nonostante la potente circolazione del covid – continua Toti – credo che questo vada nella direzione di consolidare quell’opinione che tutti ci siamo fatti, ossia che la variante Omicron sia un covid molto diverso da quello che abbiamo conosciuto, certamente molto aggressiva, certamente con un’estensione del contagio molto ampia, ma con una proiezione ospedaliera molto diversa da quella che eravamo abituati a conoscere”.
A oggi il numero dei posti letto occupati in media intensità è pari a 727 (dato al 12 gennaio), al di sopra della soglia della zona arancione, ma quelli in terapia intensiva sono 40 su 219 a disposizione. E la soglia prevista dall’ultimo decreto sui “colori” per il passaggio in arancione, in Liguria, è del 20% ossia allo scattare del 46esimo posto occupato. Più volte in queste settimane si è sfiorato quel numero ma a oggi la Liguria non cambia tonalità.
Lo stesso concetto in giornata era stato espresso anche dal direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi che aveva cercato di ridimensionare la fotografia della sanità ligure restituita dalla fondazione Gimbe. ”
Il ministero della Salute sulla base dei dati raccolti e delle valutazioni del Cts stabilirà domani, venerdì, i nuovi colori. Ma intanto cresce tra le Regioni la voglia di un diverso sistema di conteggio dei ricoverati, tenendo conto per attribuirli al Covid solo dei sintomatici.
“Io sono molto d’accordo sul fatto che all’interno dei nostri ospedali ci sia una percentuale significativa di pazienti che sono catalogati Covid non essendo pazienti per la malattia Covid ma per altre patologie, essendo solo incidentalmente positivi, come molti cittadini – ha commentato Toti – dopodiché quei dati sono ministeriali, la zonizzazione delle regioni è procurata da un’ordinanza del ministro della Salute, quindi farlo in proprio può essere un esercizio utile ai fini statistici ma non ha nessuna utilità dal punto di vista normativo”.