Gli esperti

Covid, in Liguria incidenza oltre i 1000 casi su 100mila abitanti: “In ospedale i giorni più duri della quarta ondata”

Malattie infettive al completo, molti posti letto convertiti nei reparti. Ma la Liguria resta in giallo: ecco perché

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Genova. Oltre 1000 casi ogni 100mila abitanti. Anche questa settimana la Liguria ha visto un incremento nell’incidenza del Covid smentendo le previsioni di prima di Natale secondo cui il picco del contagio si sarebbe raggiunto con la fine dell’anno.

A spiegare l’andamento della pandemia in Liguria è Filippo Ansaldi, epidemiologo e direttore generale Alisa: “Abbiamo osservato un incremento di incidenza anche in questa settimana che ha superato i 1000 casi ogni 100mila abitanti – conferma – l’incidenza è omogenea nelle quattro province liguri. Il driver dell’epidemia continua a essere quella delle fasce più giovani, in particolare 6-12 anni e 13-19 anni che hanno un tasso di incidenza 5 volte superiori di quella degli over 65″.

“Riguardo alla permanenza in zona gialla ricordiamo che ai fini della valutazione di rischio della regione, giocano un fattore fondamentale gli indicatori sulla pressione ospedaliera – continua Ansaldi, ricordando che appunto – la cabina di regia valuta i posti letto occupati alla luce dei posti attivi e attivabili. A oggi il dato sulla pressione ospedaliera sulle terapie intensive ci dice che il 19% dei posti letto attivi o attivabili sia occupato, mentre per la media intensità è pari al 34%. Essendo uno dei due indicatori al di sotto della soglia della zona arancione (limite del 20% sulla terapia intensiva), il quadro di rischio resta giallo“.

Sulla situazione negli ospedali anche le parole di Angelo Gratarola, responsabile del dipartimento interaziendale regionale di emergenza –urgenza: “Si chiude una settimana difficile in termini di circolazione virale in tutta la Regione, che ha visto gli ospedali sottoposti a carico intenso, soprattutto per la media intensità, con necessità di conversione di posti letto di reparti di tipo medico, come previsto dal piano emergenziale di Alisa”.

“Le terapie intensive hanno invece mantenuto, nonostante tutto, una pressione contenuta, scendendo nelle ultime giornate a valori sotto soglia. Ringrazio tutti i colleghi anestesisti e rianimatori della Regione, che hanno usato la risorsa posto letto intensiva in maniera molto mirata”, continua Gratarola.

“Anche per le malattie infettive si chiude la settimana forse più difficile di questa quarta ondata – sottolinea Matteo Bassetti, direttore della clinica dell’ospedale Policlinico San Martino – con un carico assistenziale che, dall’Epifania in poi, si è fatto progressivamente più pesante. Prova ne è che oggi il reparto è completamente pieno“.

“Dispiace rilevare come l’85% dei ricoveri di questa settimana siano stati rappresentati esclusivamente da persone non vaccinate, nelle quali la malattia decorre in maniera molto aggressiva. Siamo di fronte ad una circolazione ancora importante della variante Delta, così come anche di Omicron; un’infezione che, nei non vaccinati, richiede molto lavoro. Siamo di fronte al momento peggiore dell’anno per questa infezione, con molti contagi e molti ricoveri. La situazione nei vaccinati è invece molto diversa, con una malattia attenuata dagli effetti del vaccino, che richiede pochi giorni di ospedalizzazione”.

“Abbiamo contestualmente iniziato, mercoledì scorso, ad utilizzare molto il Molnupiravir, che ci permette di chiudere la settimana con 30 trattamenti. Continuiamo anche ad utilizzare i monoclonali, sebbene in misura minore e anche l’approccio fast track in collaborazione con i medici di medicina generale, continuando ad avere accessi anche da questo punto di vista. Ci auguriamo che la prossima settimana possa essere migliore”, conclude Bassetti.

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