Monitoraggio

Covid, il contagio frena ma la Liguria resta agli ultimi posti per terze dosi e bambini vaccinati

Il report della fondazione Gimbe: scontata la riconferma in zona gialla. No alla proposta di escludere gli asintomatici dal conteggio degli ospedalizzati

vaccino covid

Genova. La Liguria si piazza al terzultimo posto in Italia per popolazione vaccinata con terza dose (o booster) con un tasso di copertura del 73,1% contro una media nazionale del 78,8%. A rilevarlo è la fondazione Gimbe nel monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia. La nostra regione continua ad arrancare anche nella fascia pediatrica 5-11 anni: il 20,9% dei bambini vaccinabili ha ricevuto la prima dose (29,4% la media italiana) e il 7% ha completato il ciclo (9,1% a livello nazionale).

Complessivamente il nostro Paese registra un rallentamento del contagio con una riduzione del 3,7% dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. In Liguria si registra invece un lieve aumento pari al 2,3%. Attualmente si registrano 2.824 positivi ogni 100mila abitanti (quasi il 3% della popolazione). L’incidenza nelle varie province è alta ma non presenta grandi differenze: si va dai 2.672 nuovi casi ogni 100mila abitanti nel Genovese ai 2.173 dello Spezzino.

Generico gennaio 2022
Generico gennaio 2022

Non ci sono dubbi che la Liguria rimarrà in zona gialla anche la prossima settimana. Il tasso di occupazione dell’area medica negli ospedali è appena sopra la soglia di rischio (41,8% i pazienti positivi) ma è ampiamente sotto il livello di guardia nelle terapie intensive (17,6%, il limite è il 30%). Ma in Italia solo la Valle d’Aosta presenta una situazione peggiore della Liguria per quanto riguarda i ricoveri in media intensità (53,1%).

Del resto anche la fondazione Gimbe si dice favorevole al superamento del sistema a colori: “Innanzitutto non sussistono attualmente differenze tra zona bianca e zona gialla e per la zona arancione le (poche) regole restrittive si applicano esclusivamente alle persone non vaccinate. In secondo luogo, le Regioni possono aumentare il numero di posti letto Covid-19 per evitare zone dai colori più intensi ma determinando conseguenze rilevanti in termini di mancata assistenza a pazienti con altre patologie. Infine è opportuno che siano le Regioni a istituire zone rosse, anche locali, in relazione alla circolazione del virus, al sovraccarico ospedaliero e ai ritardi delle cure in pazienti non Covid”.

Giudizio negativo invece sulla richiesta – più volte reiterata anche dal governatore ligure Giovanni Toti ma anche da medici come Matteo Bassetti – di cambiare i criteri per la definizione dei ricoveri Covid in modo da escludere gli asintomatici. Il Covid, prosegue la fondazione, “colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di asintomaticità è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple”. Dal punto di vista organizzativo, “la gestione di tutti i pazienti positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati, richiede procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti. Di conseguenza, risulta molto difficile riorganizzare in tempi brevi la gestione degli asintomatici senza risorse aggiuntive, in particolare locali e personale”. E comunque “eliminando il sistema dei colori, di fatto, si tratterebbe solo di una rendicontazione separata, potenzialmente utile a fini epidemiologici e alla futura riorganizzazione dei servizi ospedalieri”.

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