Genova. “La comunicazione tra istituti e diverse ASL si è interrotta: le classi in cui sono stati riscontrati degli alunni positivi, non hanno ricevuto il previsto provvedimento di quarantena da parte del Dipartimento di Prevenzione. Questa mancanza sta causando grossi disagi di tipo organizzativo sia alla scuola sia alle famiglie. Senza il provvedimento da parte dell’ASL le famiglie non possono usufruire di tamponi gratuiti e, ancor più grave, viene meno il diritto dei genitori di richiedere il congedo parentale straordinario Covid-19 per i figli sottoposti a quarantena”. Questa la denuncia dei consiglieri regionali della Lista Sansa, Ferruccio Sansa, Roberto Centi e Selena Candia, che hanno scritto un’interrogazione al presidente e assessore alla Sanità Giovanni Toti per impedire il protrarsi di questa situazione.
Alla data odierna sono 1.264 le classi in quarantena in Liguria. Distribuite in modo disomogeneo tra le varie province. A Genova è provincia sono ben 429 le classi in quarantena (su 4.218 totali), nel savonese sono 347 (su 1.500 totali), nell’imperiese 268 (su 1.200 totali) e nello spezzino 220 (su 1.220 totali).
” Chiediamo al direttore di Alisa e al presidente Toti, in qualità di assessore alla Sanità, non solo di continuare il dialogo con il Ministero perché siano modificate e alleggerite le procedure delle scuole, ma anche di agire con risorse straordinarie – spiegano i tre consiglieri della Lista Sansa -. Non possiamo aspettare Roma, la scuola è troppo importante e i nostri ragazzi e ragazze sono già rimasti a casa a lungo. Va ulteriormente aumentato il personale dei dipartimenti di prevenzione dell’ASL e servono più punti dove poter fare i tamponi. Le famiglie e gli insegnanti sono estenuati, non possiamo lasciarli soli”.
” È dall’inizio della pandemia che sulla scuola vengono scaricate responsabilità che vanno ben al di là dei compiti dell’istituzione scolastica: è bene che ognuno si prenda le sue responsabilità e che le scuole vengano messe in grado di gestire in modo fattibile una serie di regole complicate e farraginose dotando i territori di personale e strumenti adeguati – concludono Sansa, Centi e Candia -. Si spera che queste misure servano solo per poche settimane, visto l’andamento della pandemia e di possibili nuove procedure dal Ministero. Ma anche poche settimane possono fare la differenza”.