Alle stelle

Caro bollette, Salvini denuncia il caso di un bar di Genova e la Liguria chiede aiuto al Governo

Approvato all'unanimità l'ordine del giorno della Lega, Cingolani annuncia un piano di tagli ai costi da 10 miliardi

Generico gennaio 2022

Genova. Si alza anche dalla Liguria il grido degli imprenditori esasperati dal caro-bollette. Ad accendere i riflettori sul tema oggi è stato anche il leader della Lega Matteo Salvini che su Facebook ha pubblicato il conto dell’energia elettrica di un “bar di Genova” che mette le cifre a confronto: 781,09 euro di bolletta per il periodo settembre-ottobre 2020, schizzati a 1.370,23 nello stesso periodo del 2021. “Dopo la crisi Covid – ha scritto l’ex ministro – non possiamo permettere che imprese e famiglie subiscano la stangata del caro energia. Serve uno scostamento di bilancio, sono fiducioso perché anche il presidente Draghi è consapevole della situazione drammatica”. Nel post però non vengono pubblicati i consumi, quindi è impossibile operare un confronto in termini percentuali.

Oggi intanto il consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno della Lega che impegna la giunta a richiedere al Governo un congruo scostamento di bilancio per aiutare famiglie e imprese in difficoltà, per sollecitare iniziative volte a ridurre e a rendere più efficiente l’utilizzo di energia e affinché ai produttori di energia che hanno conseguito un extra profitto, derivante dall’avere venduto il prodotto a un prezzo più alto rispetto al prezzo medio di mercato, venga chiesto un contributo utile a mitigare i rincari. “I 3,8 miliardi stanziati dal Governo non appaiono sufficienti – ha spiegato il capogruppo Stefano Mai -. I dati dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) purtroppo indicano che nel primo trimestre 2022 una famiglia tipo subirà un aumento del 55% della bolletta dell’elettricità e del 41,8% per quella del gas. I preoccupanti aumenti rischiano di mettere in crisi migliaia di attività economiche. Dopo la crisi per l’emergenza coronavirus non possiamo permettere che imprese e famiglie subiscano anche la stangata del caro energia”.

Il Pd ha messo in luce il caso delle società sportive: “Gli impianti sono stati i primi a subire drastiche restrizioni e lunghe chiusure forzate in seguito all’emergenza sanitaria, a fatica e con sacrifici stanno cercando di rimanere in piedi. Ora con l’aumento vertiginoso del costo dell’energia, siamo di fronte a un altro fattore che sta mettendo a rischio di nuovo la loro sopravvivenza, oltre al fatto che si vedono ridotte di nuovo le entrate dei corsi a causa della ripresa dell’epidemia”, ha dichiarato il consigliere Armando Sanna dopo l’audizione con alcuni gestori di piscine liguri in difficoltà per l’aumento dei costi di luce e gas. 

Nel frattempo il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato davanti alle commissione Industria di Camera e Senato un piano da quasi 10 miliardi di euro all’anno di tagli strutturali ai costi dell’energia, più un raddoppio della produzione nazionale di metano. Sono le misure che il Governo sta studiando per combattere il caro bollette, e che dovrebbero essere inserite giovedì in un provvedimento del Consiglio dei ministri.

Non credo che potremo tirare fuori soldi cash ogni trimestre per le bollette, come abbiamo fatto finora – ha spiegato oggi Cingolani in Senato. Per calmierare le tariffe, l’esecutivo ha sborsato 1,2 miliardi a luglio dell’anno scorso e 3,8 a dicembre. Ma con i venti di guerra in Ucraina, la Cina che rastrella tutto il metano sul mercato per uscire dal carbone, e le rinnovabili che stentano a decollare, il gas resterà caro a lungo. Così, ha aggiunto Cingolani, “per il nostro Paese, come per gli altri in Europa, è arrivato il momento di una strategia strutturale”.

Le misure allo studio sono quelle di un documento presentato dal Mite al premier Draghi durante le feste. Tre miliardi di euro all’anno potrebbero essere recuperati dalla cartolarizzazione degli oneri di sistema sulle bollette, cioè dal rinvio del loro pagamento. Un altro miliardo e mezzo potrebbe arrivare stabilmente dalle aste Ets, cioè dal sistema europeo di acquisto di permessi per emettere anidride carbonica (è lo strumento già usato l’anno scorso). Un miliardo e mezzo potrebbe essere ricavato dal taglio degli incentivi sul fotovoltaico, uno o due dal taglio di quelli sull’idroelettrico. Sono soldi che alle fonti pulite non servono più, visto che oramai costano meno del gas. Un altro miliardo e mezzo potrebbe venire da una riforma del mercato delle rinnovabili, passando a una negoziazione a lungo termine. Un risparmio da quantificare arriverebbe dal raddoppio della produzione nazionale di gas (senza aumentare il consumo): da 4,5 miliardi di metri cubi all’anno a 8 miliardi. Ci sono poi 1,4 miliardi di extra-gettito fiscale nel 2021 dall’aumento delle accise sui carburanti, mentre appare più complesso un taglio dell’Iva, che dovrebbe essere concordato con Bruxelles.

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