Si cambia

Al lavoro solo se vaccinati (o guariti), il nuovo decreto potrebbe arrivare già il 5 gennaio

Ma si potrebbe iniziare coi dipendenti pubblici che fanno front office. Dal 10 gennaio si torna a scuola con nuove regole

draghi green pass

Roma. Potrebbe approdare in Consiglio dei ministri già mercoledì prossimo, il 5 gennaio, il decreto che prevede l’obbligo del super green pass per tutti i lavoratori. È questa la strada che il premier Mario Draghi sarebbe intenzionato a percorrere per far fronte al vertiginoso aumento dei contagi: non un vero e proprio obbligo vaccinale come quello in vigore per lavoratori della sanità, della scuola e delle forze dell’ordine, ma un certificato verde, più facile da controllare, che escluda però la possibilità di entrare con un tampone.

Ma alcune forze politiche, in particolare Lega e M5s (anche se con motivi diversi), si sono dette contrarie a nuovi provvedimenti su questo fronte. Perciò l’ipotesi è che si arrivi a una mediazione o comunque a una stretta graduale, partendo con l’obbligo del green pass rafforzato inizialmente solo per i dipendenti pubblici che fanno lavoro di front office, cioè a contatto col pubblico, poi man mano per le altre categorie. Il tema resta aperto e, se anche i primi nodi si scioglieranno il 5 gennaio, qualsiasi provvedimento di questo tipo entrerà in vigore non prima di febbraio.

A favore del super green pass o dell’obbligo vaccinale per i lavoratori si era espresso il presidente ligure Giovanni Toti: “Il golden standard per salvare il Paese dal Covid è il vaccino e lo dicono i numeri. L’anno scorso a pari circolazione avevamo il 33% dei contagiati in ospedale, ora il 7%. Mi chiedo anche se sia ragionevole pensare che un lavoratore possa entrare in ufficio col tampone ma non possa prendere un mezzo pubblico, accedere alla mensa o andare al bar. Credo che il governo debba porre rimedio o passare all’obbligo vaccinale, che è più chiaro per tutti”.

Intanto in Liguria il 10 gennaio – salvo decisioni diverse da parte della Regione, che arriveranno eventualmente “a ridosso” come aveva anticipato Toti – ripartirà la scuola con nuove regole. Nella scuola dell’infanzia gli insegnanti dovranno indossare le mascherine Ffp2, così come nelle classi delle primarie e secondarie dove ci sono alunni che non hanno la mascherina perché esentati per specifici motivi. Potrebbe però cambiare anche il sistema di quarantene e Dad per gli studenti, dopo le proposte delle Regioni avanzate al Governo. Visto l’avvio della campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni, anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per le superiori – l’ipotesi è di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto) e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe la quarantena di 10 giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. La proposta avrebbe trovato diversi punti di condivisione da parte del Governo e questi nuovi provvedimenti potrebbero essere decisi a breve.

Dal 10 gennaio, in ogni caso, il super green pass sarà obbligatorio pressoché ovunque, tranne che nei negozi e per i servizi essenziali. Parte così la stretta sui non vaccinati, decisa con l’ultimo decreto: sarà obbligatorio il certificato verde rafforzato per salire su treni, bus, metro e tutti gli altri mezzi di trasporto, mangiare nei locali all’aperto (oltre che in quelli al chiuso, come già previsto), per entrare in alberghi, andare a fiere, impianti sci e tanti altri luoghi di socialità e svago.

E visto che saranno obbligatorie in molti casi, soprattutto sui mezzi pubblici, il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, d’intesa con il ministro della Salute, siglerà nel mese di gennaio un protocollo con farmacie e rivenditori autorizzati per calmierare il prezzo delle mascherine Ffp2 fino al 31 marzo (come già accade per le mascherine chirurgiche, che hanno un prezzo fissato a 50 centesimi). Il governo monitorerà l’andamento dei prezzi, che potrebbero aggirarsi tra i 50 centesimi (la catena della grande distribuzione Coop ha annunciato questo prezzo di vendita) e un euro.

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