L'udienza

Scontri Corvetto, il dirigente di polizia: “La chiusura della piazza? Per evitare che i facinorosi si disperdessero in città”

Oggi sentiti i primi 4 funzionari di polizia. Il 14 dicembre gli imputati potranno rilasciare dichiarazioni

Scontro a Corvetto e presidio questura comizio casapount antifascisti

Genova. La chiusura di piazza Corvetto? “L’ha decisa il questore Ciarambino lasciando come unica via fuga via Santi Giacomo e Filippo per evitare che i manifestanti facinorosi si spargessero in giro per la città”. Così il primo dirigente Giovanni Giuliano ha spiegato in aula questa mattina, nella prima udienza per i fatti di piazza Corvetto, la scelta apparentemente incomprensibile compiuta da chi aveva il compito di dirigere l’ordine pubblico il 23 maggio 2019, da un lato di voler sgomberare piazza Corvetto a suon di lacrimogeni, dall’altro di chiudere tutte le vie di fuga, tranne una fra l’altro molto secondaria.

Anzi, ad un certo punto anche via Santi Giacomo e Filippo era stata chiusa da uno schieramento del reparto mobile dopo alcune cariche di alleggerimento che era seguite al pestaggio di Origone e agli arresti in piazza di due manifestanti.

Lo ha confermato stamani anche Giuliano, funzionario responsabile di piazza per quella giornata. “Alcuni manifestanti erano finiti in via Serra e altri si sono rivolti ai dirigenti che chiedere che il varco venisse riaperto. Dopo un primo diniego i manifestanti si sono riuniti “e da allora non ci sono stati più lanci di oggetti o altri momenti di tensione”.

Lo stesso dirigente ha ricordato che mentre la manifestazione di Cgil e Anpi era stata preavvisata quella di Genova antifascista non era stata preventivamente comunicata alla Questura che “lo ha appreso dai social”.

L’allora responsabile della sezione informativa della Digos di Genova Simona Truppo ha parlato del tentativo di mediazione da parte della Digos, come sempre avviene in ordine pubblico, ma che il 23 maggio non ha avuto evidentemente avuto un buon esito. Gli stessi dirigenti che avevano tentato di fare scudo per rallentare l’avanzata del corteo fino alle reti metalliche a protezione di piazza Marsala erano stati spinti indietro, stretti tra manifestanti e il reparto in tenuta antisommossa e solo all’ultimo secondo erano riusciti a rifugiarsi dietro gli alari.

A quel punto, fallita praticamente sul nascere la mediazione, la digos aveva di fatto passato la mano e la plancia della gestione dell’ ordine pubblico era passata al questore Ciarambino, appena arrivato a Genova, che dalla sala operativa di via Diaz aveva deciso sia i fitti lanci di lacrimogeni per rispondere al tentativo di ‘assalto’ al fortino di Casapound sia la chiusura della piazza.

Nell’udienza di questa mattina sono stati sentiti anche altri due agenti della Digos che si sono occupati dei riconoscimenti dei singoli manifestanti imputati. I riconoscimenti dovrebbero proseguire anche nelle due prossime udienze, il 7 e il 9 dicembre. Il 14 dicembre gli imputati che lo vorranno potranno rilasciare spontanee dichiarazioni oppure farsi interrogare: sono in tutto 45 ma probabilmente saranno in pochi a voler parlare davanti al tribunale. L’udienza del 20 dicembre sarà dedicata ai testi della difesa tra cui il consulente tecnico Carlo Bachschmidt, già noto per aver svolto lo stesso ruolo per i processi del G8, chiamato a ricostruire la gestione della piazza. Il processo sembra quindi destinato a concludersi prima di Natale anche se il collegio potrebbe rinviare la sentenza all’anno nuovo.

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