Genova. Sarà una Vedova allegra in italiano, in bianco e nero ma scintillante quella che debutterà il 30 dicembre alle 20 al Teatro Carlo Felice come nuovo allestimento del teatro stesso. Esattamente 116 anni dopo la prima assoluta a Vienna, l’operetta più rappresentata al mondo approda sul palco dopo il rinvio dell’anno scorso a causa del Covid.
“La novità – dice con orgoglio il direttore artistico Pierangelo Conte – e che novità, è il ritorno a Genova di Asher Fisch che ha diretto l’opera in tutto il mondo. Inoltre in questa occasione abbiamo una nuova traduzione ritmica in italiano. Le opere una volta venivano presentate in italiano e ancora oggi si trovano spartiti di quelle opere”. Fisch conferma: “Non basta sapere in che lingua si fa. Se il cast è straniero e si parla in italiano la parte dialogata rischia di non funzionare e se non è divertente non è un successo. Non è questo il caso”.
Luca Micheletti ne è regista, inteprete (il conte Danilo Danilowitsch) e ne ha curato la traduzione insieme a Elisa Balbo. “La squadra è perfetta – sottolinea Micheletti – stiamo facendo un lavoro magnifico dal punto di vista umano e creativo. La Vedova allegra è una scatola magica meravigliosa. Bergman voleva farne un film. Però occorre un approccio delicato e non sempre è stato fatto. Questa Vedova allegra è un ritorno alle origini. Abbiamo fatto un restauro. La traduzione del 1907 di Fontana va per la maggiore, abbiamo conservato alcuni numeri che sono già nella nostra coscienza, ma gli altri pezzi sono stati ritradotti e riaggiustati. A fianco abbiamo compiuto un altro trattamento dei dialoghi parlati. Anche qui c’è da andarci piano. Abbiamo confrontato diverse edizioni dei dialoghi e ‘incrociato i dati’”.
L’ambientazione sarà spostata leggermente avanti nel tempo, negli anni Venti-Trenta. Una Vedova allegra déco, la definisce Micheletti.
La guida metaforica alla base di tutta l’opera sarà il giro di valzer.
La trama. La vedova allegra è ambientata in una Parigi scintillante presso l’Ambasciata del Pontevedro. La protagonista, Hanna Glawari è rimasta vedova del ricco banchiere di corte e l’ambasciatore pontevedrino, il Barone Mirko Zeta, riceve l’ordine di combinare un matrimonio tra Hanna e un compatriota in modo che la dote della ricca vedova resti nelle casse dello Stato. Il Barone Zeta, con la complicità del Njegus, segretario un po’ pasticcione, tenta di risolvere la situazione, innescando una serie di equivoci che condurranno a un gioioso e scanzonato lieto fine, in cui tutti cantano la celebre aria “È scabroso le donne studiar!”.
Il sovrintendente Claudio Orazi annuncia che la prima sarà trasmessa il 30 dicembre da Rai Radio 3 e che la collaborazione con la Rai proseguirà anche nel 2022.
Tutte le informazioni qui. Repliche il 31 dicembre (ore 15), l’1 gennaio (ore 16), il 2 gennaio (ore 15) e il 5 gennaio (ore 20).