Genova. Analisi non del tutto ‘lucida’ da parte di mister D’Aversa che riconosce il maggior possesso palla viola, ma ritiene che la Sampdoria, a livello di occasioni da rete, ne abbia avute tante quante la Fiorentina… ma evidentemente chi vive la partita dalla panchina, ha da sempre sensazioni diverse di chi sta in tribuna, oppure comodamente seduto in poltrona davanti alla tv…
Non sono per niente d’accordo, infatti, i tifosi che commentano la partita sui social, che non lesinano le critiche, ivi compresa quella di parlare, a fine gara, di mancanza di determinazione dei giocatori, quando anche lui – a bordo campo – ha perso il confronto con l’indemoniato Italiano, che ha trasmesso ‘garra’ ai suoi per tutti il 90 minuti, persino quando la partita (sul 3-1) appariva chiaramente senza più storia.
Il goal di Gabbiadini (bello, ma un’oasi nel deserto, anche per Manolo) è arrivato dopo un quarto d’ora discreto, ma nel corso del quale la superiore organizzazione dei gigliati era evidente, con il centrocampo in mano a loro ed i tifosi doriani a rimpiangere gli ex Torreira e Duncan e ad invidiare gli amici toscani che avevano fra le loro fila Bonaventura, oltre a rammaricarsi per l’assenza dell’imprescindibile Ekdal, rimpiazzato da un Adrien Silva non idoneo ad una partita di puro contenimento.
Si intuiva che il vantaggio era illusorio e che la Fiorentina avrebbe finito per sfondare sulle fasce… persino il veloce Bereszyński pativa di brutto gli incredibili strappi di Sottil, mentre dall’altra parte Murru (frettolosamente premiato per il goal al Verona), per niente protetto da Verre, ha finito per essere parte in causa indiretta nei goal subiti.
Anche i due centrali (Ferrari e Colley) che sembravano inizialmente aver preso bene le misure di Dušan Vlahović, hanno finito col fiato in gola, subendo spesso classe e fisicità dell’attaccante serbo, ma quella che è apparsa la lacuna più evidente di questa squadra, è stata l’assoluta assenza di impostazione da dietro, nonostante la tranquillità di venire da due vittorie di fila e quindi senza ‘ansia da prestazione’…
Anche gli schemi di Ranieri prevedevano lo sfruttamento delle palle lunghe a cercare la testa di Thorsby, per una spizzata e poi la ricerca aggressiva delle seconde palle, ma non come unica soluzione attuativa… Ieri, poi, la testa del norvegese calamitava la palla meno del solito e Caputo non è di certo un ‘centravanti boa’, cosicché la sfera veniva subito riconquistata dai viola, pronti a riversarsi nella metà campo doriana… ed il grave è che il trend del match è proseguito così anche nel secondo tempo, alla ricerca di un goal che poteva arrivare solo su un’azione da calcio piazzato, perché ogni qual volta si riusciva ad intercettare un loro attacco (la voglia di combattere a dire il vero non è mancata) la ripartenza doriana veniva sterilizzata dall’assenza di opzioni di scarico da parte del portatore palla lanciatosi all’attacco… Mancanza di fiato? Mancanza di organizzazione? O forse mancanza di un attaccante come lo ‘Speedy Gonzales’ Gervinho? Domanda d’obbligo da farsi è proprio questa… Invece di prendere, l’ultimo giorno di mercato un doppione di Quagliarella (Caputo, ora utilizzato in alternativa al capitano, col risultato di renderli ‘infelici’ entrambi), non era il caso di metter in rosa un contropiedista con le caratteristiche dell’ivoriano, ora al Trabzonspor… magari per assurdo proprio lui, visto che sono coetanei…
Ma questo è ‘il senno del poi’… allo ‘status quo’, bisogna augurarsi che rientrino al più presto, dalla sosta ai box, Damsgaard e Torregrossa, che – come da report diramato dalla società – proseguono i recuperi agonistici tra campo e palestra (il secondo) e con terapie e fisioterapia (il primo).