Genova. Tre video-spot in cui i ragazzi si raccontano, in modo semplice e immediato, parlando delle “loro” serate di movida. Alcol, droga e sballo senza regole e limiti: un’esperienza che i ragazzi “intervistati” negli spot da 30 secondi ammettono di aver vissuto, ma dai cui hanno scelto di allontanarsi, spiegando il perché.
E proprio dai ragazzi, da quella Generazione Z iperconnessa ai social, arriva la formula “giusta” di un divertimento notturno sano. Ecco alcuni slogan della campagna: “la movida che vorrei è qualcosa di più sciallo”, “la Movida che vorrei è divertirsi senza esagerare”, “la movida che vorrei dipende da te”.
“La Movida che vorrei”, realizzata dall’autrice Anna Scardovelli e prodotta dai fratelli Parodi, è stata commissionata dalla Polizia Locale di Genova per sensibilizzare i ragazzi, in particolare della fascia d’età tra i 16 e i 25 anni, sulla prevenzione e la lotta all’abuso di alcol, di sostanze stupefacenti e sul contrasto della cosiddetta “mala” movida.
Un affresco sociale e social con un messaggio forte dai ragazzi e per i ragazzi, che sarà diffuso da dicembre a febbraio, oltre che sui profili istituzionali del Comune di Genova, sui canali maggiormente utilizzati dalla generazione Z: youtube, Instagram, Tik Tok. Sarà utilizzato anche lo strumento di Invibes Advertising, pubblicità digitale proprio per intercettare il target di riferimento della campagna.
«Sono orgoglioso di presentare questa campagna della Polizia Locale per la sensibilizzazione a vivere una movida “sana” – sostiene l’assessore alla sicurezza Giorgio Viale –. Innanzitutto perché, oltre ad essere rivolta ai giovani, è realizzata grazie al loro coinvolgimento e al loro contributo. E poi perché si inscrive nel solco della politica sulla sicurezza che questa Amministrazione sta portando avanti: non soltanto azioni che privilegiano l’aspetto per così dire repressivo, ma che fanno leva sull’elemento educativo e dissuasivo. La sicurezza nei caruggi si salvaguarda anche grazie a questo cambio di prospettiva che sono sicuro darà buoni frutti».
«Ringrazio l’assessore alla sicurezza Giorgio Viale – dice l’assessore al Centro storico Paola Bordilli – per aver strutturato una campagna che mira a porre al centro della nostra azione i giovani, ma soprattutto deve mirare al concetto che il divertimento e la spensieratezza, se vissuti in modo sano, sono un diritto che anche noi Amministrazioni siamo tenute a garantire ai giovani. Una campagna destinata ai protagonisti del nostro futuro, i giovani, studiata con loro e per loro al fine di aumentare e migliorare la comunicazione anche delle istituzioni stesse con il tessuto giovanile che soprattutto in Centro Storico trova i suoi momenti di incontro».
«Questa è una campagna che come Servizi sociali salutiamo con grande favore – dichiara il consigliere delegato alle politiche sociali Mario Baroni – perché va nella medesima direzione del lavoro che stiamo portando avanti nel Centro Storico con la cosiddetta “educativa di strada”. La presenza degli educatori che intercettano i giovani e ragionano con loro coinvolgendoli e allacciando relazioni positive è un’arma per favorire una movida rispettosa di tutti».
«Il Centro Storico ha bisogno di essere vissuto e amato dai giovani in modo sano e consapevole – spiega Andrea Carratù, presidente del Municipio I Centro Est –; la campagna realizzata dalla Polizia Locale mette al centro proprio i nostri ragazzi e come dal dialogo con loro possano arrivare soluzioni per rendere i nostri caruggi un luogo di divertimento e aggregazione sana, dove passare del tempo libero e delle belle serate con gli amici, nel massimo del divertimento, ma stando nelle regole e nel rispetto di chi ci abita e ci lavora».
«La Polizia Locale continua nella sua strada di sensibilizzazione e di prevenzione – dice il comandante della Polizia Locale Gianluca Giurato –. Questa campagna si aggiunge a quella che abbiamo promosso per la sicurezza stradale e a quella per prevenire la contraffazione. Come Corpo siamo più che mai convinti che i cittadini siano i nostri più grandi alleati per rendere il Centro Storico un luogo sicuro e vivibile dove trascorrere il proprio tempo libero, abitare e lavorare».
«La chiave con cui abbiamo intervistato i ragazzi – sottolinea l’autrice Anna Scardovelli – ha privilegiato un approccio non giudicante. Volevamo avere testimonianze vere perché il criterio della verità è vincente soprattutto dal punto di vista della comunicazione e il messaggio arriva in modo diretto. I ragazzi, oltre ai temi della campagna, hanno anche raccontato qualcosa in più di se stessi, del rapporto con i genitori, delle paure rispetto al futuro, dell’importanza dell’amicizia. Sia io che i fratelli Parodi, che hanno curato la regia, siamo molto contenti della riuscita di questo progetto».