Liguria. “Ammontano complessivamente a oltre 189 milioni di euro le risorse assegnate alla Regione Liguria nel quadro del Pnrr e del Fondo Complementare per ciò che concerne gli investimenti sulle strutture del Sistema sanitario regionale”. Lo ricorda il consigliere regionale Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia e membro della commissione Salute e sicurezza sociale. “È un’occasione unica, questa, per traguardare quel rafforzamento della medicina territoriale da tutti auspicato e che rappresenta, oltre che una necessità, la vera sfida che abbiamo di fronte per rendere la nostra sanità più efficiente e più vicina alle esigenze dei cittadini”.
Muzio elenca come saranno impiegati: “Una buona parte saranno destinati all’assistenza territoriale, con la realizzazione, in strutture già nella disponibilità del Sistema sanitario regionale, di 33 case di comunità (di cui 14 in Asl 3 e 3 in Asl 4) e di 11 ospedali di comunità (di cui 4 in Asl 3 e 2 in Asl 4) dal costo indicativo rispettivamente di circa 1,4 milioni e di circa 2,1 milioni cadauno, e che consentiranno, tra le altre cose, di evitare accessi impropri ai pronto soccorso e ad altre prestazioni”.
Le Case di Comunità (una ogni 45.000 abitanti) saranno dedicate, secondo quanto spiega Muzio, ai servizi propri dell’assistenza primaria, con un modello organizzativo di prossimità finalizzato a coordinare e integrare tutti i servizi di assistenza di base, con particolare attenzione ai pazienti cronici. In queste strutture lavoreranno in équipe medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, in collaborazione con gli infermieri di famiglia o di comunità, gli specialisti ambulatoriali e professionisti sanitari come logopedisti, fisioterapisti, dietisti, tecnici della riabilitazione, psicologi e altri. Potranno essere presenti anche gli assistenti sociali.
Gli Ospedali di Comunità (uno ogni 137.000 abitanti) saranno strutture intermedie tra ospedale e territorio, con 20/40 posti letto, a gestione prevalentemente infermieristica, e funzioneranno principalmente da cuscinetto tra l’uscita del paziente dalla fase acuta e il suo ritorno a casa, tra le cure ospedaliere e quelle domiciliari, consentendo alle famiglie e alle strutture di assistenza di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei degenti.
“Oltre agli Ospedali e le Case di Comunità – aggiunge Muzio – è prevista anche la realizzazione di 15 Centrali Operative Territoriali, una ogni 100.000 abitanti, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza”.
Secondo Muzio la sfida, ora, è quella di gestire bene queste risorse, non con spirito campanilistico ma intervenendo sulla base dei bisogni reali. “La pandemia, come ho avuto modo di verificare durante il mio mandato di presidente della commissione sanità del consiglio regionale nell’estate 2020, ha fatto emergere con drammatica forza la necessità di ripensare il nostro sistema di medicina territoriale, di renderlo più rispondente alla domanda di sanità delle persone e dei territori. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci offre l’opportunità di procedere in questa direzione. Lavoriamo tutti insieme per dare le risposte migliori ai cittadini liguri”.