Genova. “Abbiamo vinto la prima battaglia, da stasera siamo aperti fino all’una”. Per annunciarlo, Giancarlo Sgrazzutti, titolare del Bar Moretti, usa la pagina Facebook del suo locale. Ma gli avventori già lo sanno. Soprattutto quelli che nei giorni scorsi hanno firmato, in 2500, una petizione per chiedere al Comune di Genova di fare un passo indietro rispetto al provvedimento di chiusura anticipata per il locale di San Bernardo e per altri 8 bar.
Che non si sono mossi soltanti sui social. Cinque di loro (e altri due sono pronti a seguirli, visti i risultati) hanno infatti deciso di presentare un ricorso al Tar contro la famosa “ordinanza arrivata via Pec” e che impone a quei pubblici esercizi accusati di favorire la movida selvaggia e il disturbo della quiete pubblica di abbassare le saracinesche (nei festivi, prefestivi e weekend, escluso Capodanno) alle 23.30 anziché alle 3 del mattino.
Il Tar ha disposto una sorta di sospensiva dando la possibilità ai gestori dei locali che hanno fatto ricorso (e a un altro in vico San Donato) di tenere aperto fino all’una. L’udienza di merito è fissata tra una settimana, il 14 dicembre, ma nel frattempo questa sera, domani sera, e nel weekend, i bar potranno esercitare fino a tardi. Peraltro i ricorsi non sono finiti qui.
Come noto, i nove locali (Asinelli, Giosi, Moretti, Boss, Rosso di Sera, Tequila, Fitz, Atmosfera, La Vita), alcuni icone del centro storico altri semplici chupiterie, sono stati segnalati da polizia locale e residenti come il crocevia di bevute sregolate, risse, baccano insostenibile ben oltre l’orario di chiusura e in barba alle ordinanze comunali che, ad esempio, vietano la somministrazione dopo mezzanotte fuori da locali e dehors. Il provvedimento, in teoria, dovrebbe restare in vigore fino al 31 gennaio.