Critiche

Metropolitana gratis a Genova, Sinistra Italiana: “Misura insufficiente, è una decisione elettorale”

"La leva tariffaria per essere efficace deve essere affiancata dalla qualità del trasporto pubblico"

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Genova. Il Comune di Genova ha deciso di sperimentare per quattro mesi, a partire dal 1° dicembre 2021, la gratuità di alcuni mezzi del trasporto pubblico per incentivarne l’uso. “Ma per valutarne la portata e l’efficacia – affermano Maria Campese, responsabile nazionale per infrastrutture e trasporto pubblico di Sinistra Italiana, e Dino Orlandini, responsabile provinciale del trasporto pubblico di Sinistra Italiana Genova – è necessario entrare nel merito delle decisioni assunte”.

“Intanto va chiarito che la sperimentazione è applicata alla linea della metropolitana (lunga circa 7 chilometri con 6 fermate intermedie) limitandola alle fasce orarie non di punta e ai sistemi di trasporto verticali (ascensori e funicolari) senza alcuna limitazione temporale. Tale decisione nasce dalla necessità di ridurre l’impatto del traffico privato sulla vita dei cittadini in termini di qualità dell’aria che si respira e di durata degli spostamenti in città, puntando su un maggior utilizzo del trasporto pubblico”.

“Incentivare l’utilizzo del mezzo pubblico attraverso la leva tariffaria è sicuramente una strada da sperimentare per valutarne l’efficacia ma non può essere la sola misura da utilizzare per ottenere un significativo spostamento dal trasporto privato a quello pubblico – sostengono gli esponenti di Sinistra Italiana -. Inoltre nel caso in oggetto la misura adottata si rivolge ad una piccola parte dei residenti a Genova (la linea metro serve principalmente la Valpolcevera che conta circa 1/10 del totale dei residenti) e con notevoli limitazioni di orario (per la metro), pertanto il risultato operativo che si otterrà potrebbe essere poco significativo al fine di valutare l’impatto della gratuità sull’intero sistema cittadino”.

“La leva tariffaria per essere efficace deve essere affiancata dalla qualità del trasporto pubblico, da una copertura capillare delle aree cittadine, da una frequenza di passaggio ragionevole, dalla limitazione drastica del trasporto privato nell’area vasta del centro cittadino – proseguono Campese e Orlandini -. Le politiche tariffarie devono quindi essere integrate da una rivisitazione completa del sistema dei trasporti cittadini, rivisitazione che deve essere centrata sul trasporto pubblico a trazione elettrica, sulle corsie in sede protetta per i mezzi pubblici e per la mobilità sostenibile (pedoni e bici). A queste condizioni anche il tema della gratuità può essere valutato per una sua applicazione”.

“Tutto questo al momento per Genova non si intravede, perché a proposito di mezzi pubblici la giunta Bucci ha puntato sui filobus elettrici e non sui tram come tutta la comunità cittadina ha per anni consigliato, e invece di limitare il trasporto privato parla di investire 100 milioni di euro sulla mobilità digitale, sia pubblica che privata. Il rischio che i soldi del Pnrr non possano essere utilizzati per rivedere il sistema dei trasporti della città è molto forte. Il provvedimento assunto – concludono Maria Campese e Dino Orlandini – ha il sapore dell’estemporaneità legata al contingente (il prossimo anno ci saranno le elezioni comunali e si configura come una decisione di carattere elettorale) e non ha la portata di scelte strutturali per l’effettiva soluzione del problema”.

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