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Liguria verso la zona gialla dal 20 dicembre: dalle mascherine ai ristoranti, ecco cosa cambia

Ma Toti non è preoccupato: "Solo un campanello d'allarme e nulla di più, situazione infinitamente migliore di un anno fa"

bar ristorante mascherina

Genova. Se l’ordinanza del ministro Speranza scattasse oggi, la Liguria finirebbe in zona gialla per la prima volta dallo scorso 7 giugno, quando era entrata in zona bianca. Stando ai dati del bollettino di ieri è stata superata anche la soglia di rischio in area medica: con 266 ricoveri su 1.703 posti letto disponibili dichiarati al ministero, il 15,6% risulta occupato da pazienti Covid. Così anche per le terapie intensive dove i positivi ricoverati rappresentano il 12,7% dei posti letto disponibili.

“Il fatto di aver superato di poco, oggi, i parametri della zona gialla, ovvero il 10% di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e il 15% in area medica, è un campanello di allarme ma nulla di più – ha commentato il governatore Giovanni Toti -. Si tratta di percentuali molto prudenziali che il governo ha stabilito prima dell’estate come termometro del Covid. Vuol dire che il virus c’è e bisogna certamente mantenere alta l’attenzione, proseguendo con la campagna vaccinale, ma la situazione è comunque infinitamente migliore rispetto a un anno fa. E questo grazie ai vaccini che sono l’unica arma efficace per sconfiggere il Covid”.

Che la Liguria sia destinata a finire in zona gialla dal 20 dicembre, e cioè nella settimana di Natale, viene ritenuto “estremamente probabile” dallo stesso direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi. Toti però rimarca che “secondo l’ultimo decreto, in zona gialla non cambia alcuna delle norme oggi in vigore per la vita economica e sociale del Paese, salvo l’obbligo di mascherina all’aperto quando si è impossibilitati al distanziamento, quindi in tutti i centri urbani“. Norma che, peraltro, è già prevista in molte località individuate da apposite ordinanze dei sindaci tra cui anche il centro di Genova, via Sestri e i mercatini di Natale con la possibilità di un’estensione stabile a Sampierdarena e corso Italia.

Ma cosa prevede esattamente la normativa vigente? Oltre alle mascherine all’aperto sempre obbligatorie, in zona gialla si tornerebbe al limite delle 4 persone allo stesso tavolo al chiuso (eccetto i conviventi), a prescindere dal possesso del super green pass che già adesso è obbligatorio per sedersi all’interno dei locali. Una restrizione che in realtà rischia di influire negativamente sulle cene natalizie che di solito vedono radunarsi un numero ben maggiore di commensali.

In zona gialla però non torneranno le limitazioni alle capienze, a differenza di quanto affermano alcuni organi d’informazione. Il decreto legge 172 infatti afferma che “nelle zone gialla e arancione, la fruizione dei servizi, lo svolgimento delle attività e gli spostamenti, limitati o sospesi ai sensi della normativa vigente, sono consentiti esclusivamente ai soggetti in possesso di una delle certificazioni verdi Covid-19″ definite come super green pass, ma “nel rispetto della disciplina della zona bianca“. Quindi per cinema e teatri resta il 100%, negli stadi il 75%, per gli impianti sportivi al chiuso il 60%, per le discoteche il 75% all’aperto e il 50% al chiuso.

La Liguria, del resto, rischia di trovarsi in buona compagnia: oltre a Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano e Calabria già in zona gialla, sul punto di oltrepassare la soglia c’è anche la provincia di Trento, mentre tra le regioni più in bilico ci sono Lazio, Marche, Veneto e Lombardia. Bolzano, peraltro, ha già superato un’altra soglia, quella del 20% dei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva che, insieme al 30% di posti occupati in area medica, sancirebbe il passaggio in zona arancione.

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