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L’attacco di Sansa sul bilancio regionale: “Toti ci costa 16 milioni all’anno in propaganda”

"Un fiume di denaro pubblico per garantire e radicare il potere del presidente della Regione, dal suo arrivo spese quasi decuplicate". La replica del governatore: "Solo lo 0,09% del bilancio va alla comunicazione"

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Genova. “Sedici milioni di euro ogni anno. Tanto costa al bilancio regionale Giovanni Toti. Non parlo tanto delle spese necessarie per il funzionamento della giunta, ma proprio del fiume di denaro pubblico, delle uscite che ogni anno crescono e si moltiplicano per garantire e radicare il potere del presidente della Regione“. Esordisce così il consigliere Ferruccio Sansa nella relazione sui documenti di bilancio durante la penultima dell’anno nell’aula di via Fieschi.

“Tra gli emendamenti di questo bilancio ce n’è uno che ha lasciato a bocca aperta noi dell’opposizione, e forse anche qualche consigliere di maggioranza, spero: le spese per le iniziative e le attività per favorire la presenza istituzionale della Regione di colpo sono volate a 4,4 milioni. Basta una riga tra centinaia di pagine di bilancio, basta un voto e via, altri milioni se ne vanno. Toti le chiama attività di promozione della Regione, le chiama pubblicità istituzionale, noi le chiamiamo propaganda. Fatta con denaro pubblico. Dall’arrivo di Toti sono quasi decuplicate, dall’anno scorso sono aumentate quasi del cento per cento. Erano già ben più di 2 milioni”.

Sansa punta nuovamente il dito contro la sponsorizzazione della Regione sulle maglie delle squadre di serie A, per cui la giunta Toti ha speso circa un milione, ma non solo: “Un altro milione l’anno circa che ci costa il meccanismo dei consiglieri assessori – continua l’ex candidato alla presidenza -. Poi ci sono gli spiccioli, 300mila euro, dello stipendio del fido segretario Pietro Paolo Giampellegrini, che guadagna più del presidente Sergio Mattarella. Scorrendo il bilancio si trovano 1,2 milioni per la segreteria politica degli assessori, 520mila euro per i contributi sociali per lo svolgimento delle funzioni di segreteria, 155mila euro per lavoratori interinali al servizio della giunta. Se non bastasse nel corso di quest’anno sono state inventate dal nulla nuove figure, nuove poltrone: 218mila euro per i responsabili delle unità di missione, come il signor Giuseppe Profiti richiamato a Genova per essere il sacerdote che celebra la privatizzazione della nostra sanità. Figure di comando scelte dal presidente senza controllo, come i nuovi commissari, come i sottosegretari. Altri soldi che se ne andranno”.

“Ma ogni pagina del bilancio rivela altre spese, piccole e grandi: 50mila euro di consulenze per la segreteria politica qui, 620mila euro per le utenze a supporto dell’ufficio stampa della giunta. E giù con altri 68mila euro per consulenze specialistiche per le pubbliche relazioni per comunicare le attività della Regione. Intanto dagli emendamenti spuntano altri 1,7 milioni da spendere per nuovo personale della Giunta (mentre un altro emendamento prevede che per essere assunti nello staff della giunta non sia nemmeno più necessaria un’esperienza triennale specifica, potranno essere assunti anche uno chef, un collaudatore di materassi). Tra una pagina e l’altra ecco ancora 3,1 milioni di uscite per i servizi di supporto alle strutture dipendenti della giunta. Una spesa che, con una certa sorpresa, vediamo finanziata per 2,1 milioni nel capitolo Fondo di riserva per spese impreviste. Possibile?”, si chiede Sansa.

“C’è un altro dato ahimè stupefacente – dice Sansa in un altro passaggio -. In soli due anni, dal 2019 al 2021 le spese per i servizi istituzionali della Regione sono passati da 297,4 milioni a 418,6 milioni. Ben 121 milioni in più in appena un biennio. Ma la questione non è tanto lo spreco di denaro. Certo, con 121 milioni si potrebbero costruire venti scuole, comprare computer per tutti gli studenti della Liguria, riammodernare e realizzare ospedali (come il tanto atteso Felettino a Spezia); si potrebbero azzerare le liste d’attesa per le analisi mediche e fornire immediatamente terapie ai bambini disabili che oggi devono attendere anni per averle. Con 121 milioni si potrebbero dare ai liguri e alle loro società sportive i migliori impianti d’Italia”.

Quei 16 milioni non le basteranno per nascondere la realtà, non basterebbe un miliardo di propaganda – prosegue Sansa rivolgendosi al presidente Toti -. Perché i liguri vivono in un mondo diverso. Guardiamo i dati Istat: la disoccupazione in Liguria nel 2020 era la più alta del Nord Italia con l’8,3%, ma addirittura il 42,1% era di lunga durata, cioè parliamo di gente senza lavoro da anni; anche qui abbiamo un record. Siamo bocciati anche nella sanità e nella tutela della salute. Quel sistema che voi state cercando di smantellare: non bastano le conferenze stampa. Abbiamo avuto il record di mortalità per Covid, il record negativo di tamponi effettuati e di vaccinazioni somministrate rispetto a quelle ricevute. Ma i mali della sanità sono molto più profondi: in dieci anni i dipendenti della sanità pubblica sono calati, record italiano, da 21mila a 15mila. Tra i quartieri benestanti e quelli meno ricchi di Genova si registrano anche 4 anni di differenza nella durata media della vita. La prevenzione ormai è allo sbando: per compiere esami medici essenziali come la colonscopia occorre attendere anche 7 mesi. La mappatura dei nei, essenziale per prevenire il melanoma che è una delle principali cause di morte, non è più nemmeno prenotabile. Chi può si rivolge ai privati, e paga, chi invece non può spera”.

Sansa ha annunciato infine una serie di emendamenti: “Siamo partiti dall’infanzia: diamo 2 milioni per ridurre o azzerare le rette dei nido per bambini da 24 a 36 mesi. Per elaborare la nostra proposta abbiamo consultato Elly Schlein, vice presidente della Regione Emilia Romagna, dove è stato avviato da anni un esperimento virtuoso. In Emilia la Regione stanzia addirittura 18 milioni di euro l’anno. Ma già con 9 milioni, ci hanno spiegato i tecnici della Regione Emilia, si potevano ottenere vantaggi consistenti per le famiglie meno abbienti.
Ecco, in Emilia i bambini tra 24 e 36 mesi sono 42mila. In Liguria 12mila. Poco più di un quarto. Un primo gesto che porterebbe concreto beneficio alle famiglie richiederebbe circa 2 milioni di euro. Abbiamo anche pensato agli studenti e ai ragazzi. Che devono avere il diritto di restare nella terra dove sono nati, ma devono anche guardare al mondo. Ascoltando i pareri dei sindacati degli insegnanti abbiamo elaborato tre proposte. Ci sono le case di quartiere. E che dire poi del progetto di cohousing per anziani elaborato da un’associazione come Sant’Egidio. Un modello per superare il ricorso di massa alle case di riposo. Per salvaguardare la dignità e, ove possibile, l’indipendenza”.

Da parte del Partito Democratico sono arrivate alcune proposte contenute in oltre 50 emendamenti e oltre 20 ordini del giorno: “Costruire una sanità più equa che tutela il paziente – garantendo tempi certi nella cura – ma anche il personale sanitario, sempre più spesso soggetto alla sindrome da burnout. Dare prospettive di lavoro ai giovani e contrastarne la fuga, permettendo loro di rientrare in Liguria anche dopo percorsi di studio fuori sede. Una particolare attenzione è rivolta anche all’uso dei fondi Pnrr chiedendo la costituzione di un Fondo di progettazione straordinario, per permettere anche ai piccoli comuni di realizzare progetti e accedere alle risorse messe a disposizione della Liguria. Costruire nuovi spazi di coworking per garantire la disconnessione a casa dal lavoro e creare nuovi luoghi di socialità. Per il sostegno alle donne e ai centri antiviolenza proponiamo il pagamento delle spese legali per le vittime di violenza. Per i lavoratori chiediamo misure straordinarie per migliorare la sicurezza sul lavoro, a partire dai riders. La tutela dell’ambiente passa dalla richiesta dello stop alle autorizzazioni ai grandi impianti alimentati da combustibili fossili e dal creare comunità energetiche autosufficienti per puntare a una transizione energetica che parta da gesti concreti”.

“L’Italia, secondo le stime, ha una crescita del 6%. Come intende partecipare la Regione Liguria a questo sviluppo? Vuole farsi semplicemente trascinare? Oppure vuole concorrere e crescere di pari passo? Sono queste le domande che rivolgiamo in primo luogo alla Giunta. Da questo bilancio non emerge alcuna visione, alcuna progettazione. In una legge di previsione devono essere stanziate risorse in più per avviare quei processi virtuosi che sono obiettivi dei Pnrr, soprattutto in quei settori economici e in quelle fasce della popolazione che ne hanno subito di più le conseguenze”, commenta il consigliere regionale Armando Sanna, relatore per il Partito Democratico della relazione di minoranza al bilancio.

“In un anno straordinario, servono misure straordinarie: meno risorse per la comunicazione e più risorse per le comunità, a partire dalla sanità. Nell’anno degli investimenti i Comuni hanno bisogno di essere messi in condizioni di progettare e competere, perché l’obiettivo del piano è ridurre le disuguaglianze. E costruire futuro: su questo non c’è nessuna misura di peso, con oltre 30mila under 35 che vanno fuori regione e una prospettiva di perdita di 100mila abitanti nei prossimi dieci anni. Non si può gestire il declino, ma servono azioni strutturali che abbiano una visione di futuro diversa, che qui non vediamo”, dice Luca Garibaldi capogruppo del Pd in Regione. 

“Per la nostra regione, questo è forse il momento più importante: dobbiamo decidere come investire e utilizzare i soldi dei nostri concittadini, gli stanziamenti del Governo e, soprattutto, le somme del Pnrr, arrivate in Italia grazie alla tenacia dell’ex premier Giuseppe Conte, che ha avuto il coraggio di opporsi alla vecchia politica europea del prendere senza dare – aggiungono Fabio Tosi e Paolo Ugolini del M5s –. Di fronte alle dichiarazioni roboanti degli ultimi mesi, pensavamo che questa maggioranza avrebbe avuto più coraggio. In generale, invece, ci troviamo ad affrontare una sessione di Bilancio che per molti aspetti è privo di una particolare visione per la Liguria. Mentre da un lato si trovano svariati milioni per la comunicazione, dall’altro non si fa nulla per contrastare ad esempio l’emigrazione dei nostri giovani. Questo resta ed è uno dei più grandi punti dolenti sul quale non intravediamo nessun tipo di azione politica concreta”.

“Un bilancio di normale amministrazione – rimarca Ugolini -, nel quale non ravvisiamo una visione generale anche da un punto di vista ambientale. Da una maggioranza che millanta politiche ecosostenibili, ci saremmo aspettati azioni tangibili per la tutela della biodiversità. Qualsiasi amministratore preparato dovrebbe avere ben chiaro il valore della conservazione per il benessere del territorio e per la qualità della nostra vita”.

“E che dire della Sanità? – sottolinea Tosi -. Cosa si intende esattamente, in Liguria, per Restart? È tutto fermo alle logiche del passato, anzi le falle sono sempre più evidenti. È sotto gli occhi di tutti, infatti, come questo piano non stia funzionando. Il recupero delle liste di attesa e degli screening è fermo, così come sono inchiodate le reti della medicina territoriale e dell’assistenza. Su questo punto, abbiamo depositato tre proposte per migliorare la qualità dell’offerta sanitaria. Chiederemo di votare un emendamento che prevede di stanziare fondi per offrire ad alcune donne in dolce attesa (tra queste, le fragili e le ultra-fragili) la possibilità di accedere gratuitamente al Nipt Test. Riteniamo possa essere un investimento mirato, grazie al quale potremmo garantire un’attività vitale di screening con conseguenti risparmi sui costi della nostra sanità. Chiederemo anche di istituire una Guardia medica pediatrica regionale sulla falsariga di quanto avviene già da anni in Lombardia; e che vengano istituiti percorsi dedicati per le donne in gravidanza trovate positive al Covid, poiché ad oggi non esistono delle linee guida univoche in tutta la Regione in grado di garantire il rispetto rigoroso degli screening previsti”.

LA REPLICA DI TOTI

“Non c’è stato su questo bilancio mancanza di ascolto e di confronto nella competente commissione consiliare – ha esordito il governatore – e questo non è un bilancio di ordinaria amministrazione, ma semmai di estrema importanza”. Toti ha poi ribattuto, in particolare, a Sansa circa la discrezionalità di eventuali nomine e ha aggiunto: “Non credo che questo sia un bilancio ordinario e credo che lo iato che divide la rappresentazione delle opposizioni dalla realtà sia un grave errore di valutazione e di inizio del confronto perché i dati della Liguria – ha sottolineato citando quelli della Banca d’Italia – sono in linea con quelli del resto del Paese”. Secondo il presidente, dunque, l’’immagine di una Liguria immobile “non sta nella realtà, perché viaggiando da Spezia a Ventimiglia si vedono più cantieri di quelli che abbiamo conosciuto negli ultimi vent’anni”. Toti ha ricordato, inoltre, una serie di investimenti fra i quali quelli per la difesa delle coste e contro il dissesto idrogeologico. “Penso che, come la maggioranza talvolta deve saper riconoscere le cose che non vanno, così anche le opposizioni, che da 6 anni disegnano una Liguria immobile – ha aggiunto – non facciano bene al dibattito”. Il presidente ha ribattuto che solo lo 0,09% del bilancio va alla comunicazione del territorio mentre in Trentino la percentuale sale al 3% sulle stesse voci di bilancio e che anche Emilia e Puglia hanno percentuali più alte. “Ci sono altre osservazioni su cui ci possiamo confrontare, ma sulla sanità pregherei la minoranza – ha ripreso – di darvi un metro su cui confrontarci perché il nostro sistema complessivo è il quinto in Italia per i livelli di assistenza ed è questo il punto da cui partire. Non possiamo, dunque, considerare la nostra Regione lo sfascio dell’Italia, perché non sarebbe giusto”. In particolare Toti ha rilevato che la Liguria ha il minor apporto di privato nella sanità rispetto a Regioni come Toscana ed Emilia e ha ricordato gli interventi attuati per ridurre le liste di attesa e le misure messe in campo per misurare l’efficienza del sistema. Rispetto agli emendamenti preannunciati da alcuni consiglieri regionali durante la discussione generale, il presidente ha assicurato: “Li esamineremo senza preclusione, ma tenendo presente le competenze regionali e quelle nazionali. Ribadisco – ha concluso – il percorso di ascolto e, la ove sia possibile, di miglioramento della legge”.

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