Genova. “Estremamente probabile” che la Liguria finisca in zona gialla nella settimana di Natale. A dirlo è il direttore generale Filippo Ansaldi confermando così le parole del presidente Giovanni Toti: “Non mi faccio particolari illusioni circa la possibilità di rimanere per l’intero periodo in zona bianca”. Continua la crescita dei contagi e dei ricoveri in ospedale, ma la sensazione è che “potremmo essere molto vicini al picco“, spiega il governatore, e quindi la situazione non sia destinata a peggiorare ancora molto.
Ma intanto negli ospedali si soffre. “Una settimana così difficile non si viveva dalla prima parte dell’anno – riferisce il primario di malattie infettive del San Martino, Matteo Bassetti -. Siamo molto vicini al picco, ma siamo un po’ stanchi. Il personale medico e infermieristico ormai è coinvolto da 22 mesi nella gestione della patologia. Continuiamo a ricoverare pazienti che deliberatamente hanno scelto di non vaccinarsi. L’ultima settimana abbiamo avuto 10 accessi, soprattutto gente di 50-60 anni, una signora di 90 anni e uno di 100 tutti non vaccinati. Oggi questi soggetti rappresentano la forma più grave di assistenza. Le Tac dei 50-60enni mostrano una devastazione a livello polmonare causata dalla variante Delta che non vedevamo nemmeno nella prima ondata, vorrei che i non vaccinati guardassero queste immagini per rendersi conto di quanto il virus faccia ancora male”.
L’incidenza è alta soprattutto in provincia di Imperia, “che risente dell’incidenza francese doppia rispetto a quella ligure”, spiega Toti. Il passaggio in zona gialla, scongiurato per la prossima settimana, sembra a questo punto scontato per quella successiva: “L’afflusso nei nostri ospedali in queste ore supera i 30 pazienti al giorno in area regionale: anche se cerchiamo di tenere la situazione sotto controllo è possibile che nel prossimo report la Liguria come peraltro tutta l’Italia possa transitare in zona gialla“. La quale, ricorda tuttavia il presidente ligure, “con la nuova regolamentazione in vigore dal 6 dicembre, non cambia le nostre abitudini di vita, consumo e socialità non mettendo altro obbligo che la mascherina all’aperto prevista già dalle ordinanze dei sindaci”.
Ansaldi conferma che “c’è un piccolo margine di ottimismo, l’accelerazione dei contagi è diminuita ma ci troviamo ancora di fronte a un importante decremento dell’incidenza. I driver della quarta ondata sono sempre i bambini in fascia pediatrica tra i 6 e i 12 anni e gli adolescenti tra i 13 e 19 anni“.
È presto per dire come evolverà la situazione negli ospedali: “Finora siamo saliti sia come accessi sia come accumulo di posti letto con un Rt pari a 1,3. Finalmente abbiamo osservato un dato settimanale che si discosta da questa ascesa e mostra un dato piuttosto stabile. È presto per dire dove sarà il punto di caduta. La speranza è che l’inclinazione retta stia diminuendo, tra un paio di settimane dovremmo essere al plateau. C’è un turnover piuttosto rapido, quindi la discesa dei malati sarà decisamente più veloce”