Genova. “La Gronda è un’opera essenziale e si deve realizzare. Spero che questo governo, con una maggioranza così ampia, assuma fino in fondo la responsabilità”. Così la viceministra delle Infrastrutture Teresa Bellanova, a margine di un convegno della Uil a Genova, ribadisce che l’intenzione è quella di sbloccare il progetto entro la fine della legislatura corrente.
L’ultimo annuncio in merito era arrivato dallo stesso ministro Giovannini davanti a una platea di industriali: “Il soggetto che deve realizzare la Gronda è Aspi, che è rimasta bloccata nel rapporto con lo Stato dopo il crollo del ponte Morandi. Finalmente dopo un lungo iter si è arrivati a una transazione con Aspi che sbloccherà questa situazione, un passo avanti importante”.
Per far partire i lavori manca in sostanza l’approvazione del progetto esecutivo da parte del Governo. Lo scorso giugno lo stesso Giovannini aveva ventilato l’ipotesi di un commissario straordinario per la Gronda ribadendo che “i tempi di avvio dei lavori sono strettamente correlati a quelli di definizione” della “procedura di contestazione avviata nei confronti di Aspi” a seguito del crollo del ponte Morandi, nonché a quelli di approvazione del piano economico-finanziario della società” che prevede investimenti per 4,3 miliardi relativi al passante autostradale di Genova.
Ma allora quando arriverà la firma? “Si sta lavorando, per quanto riguarda la firma non sono in condizioni di dire quale sarà la data precisa, dico che si lavora per fare il prima possibile – risponde Bellanova -. Troppo tempo è stato perso per un populismo che un questo Paese ha pensato di dettare l’agenda delle grandi opere, di dettare l’agenda della politica, ha fallito e ha creato grandi ritardi che stanno pagando i territori, le amministrazioni e le imprese”.
“Insieme a quello – ha proseguito la viceministra – stiamo lavorando su tutte le piccole e grandi opere che interessano questa regione perché ritengo che qui ci sia una sfida su cui si misura complessivamente la realizzazione del Pnrr, che non è solo fatto di tante risorse, ma è anche portatore di tante opportunità e tante occasioni che devono essere realizzate nel territorio per renderlo più attrattivo e dare maggiore possibilità di sviluppo al sistema produttivo. La classe dirigente deve dimostrare di avere davvero il coraggio dei riformisti e di fare le scelte utili per ripartire, altrimenti non risolveremo i nodi strategici che limitano lo sviluppo”.