Genova. Il bollettino Alisa di oggi potrà aiutare a far capire quale direzione prenderà la Liguria nei prossimi giorni ma – ormai è quasi scontato – anche la nostra regione, come già accaduto a Friuli Venezia Giulia prima e Calabria poi, si avvia a entrare nella “zona gialla”. Una condizione che potrebbe scattare nella settimana del 20 dicembre e perdurare così fino a Natale.
Poco cambia, soprattutto per chi ha un super green pass, e per chi sta bene di salute. L’unico obbligo in più è quello della mascherina anche all’aperto ma a Genova si tratterebbe di ampliare a tutti i quartieri una regola già stabilita da ordinanza comunale.
E poi con l’istituzione del certificato rafforzato attraverso l’ultimo decreto Draghi non è necessario chiudere attività o limitarle perché sono usufruibili solo da chi è vaccinato e quindi, anche se dovesse contagiarsi, rischia di meno in quanto a sintomi e ricoveri.
Perché il problema, appunto, non sono i contagi ma i loro effetti sul sistema sanitario. E nelle ultime settimane, per quanto quattro volte inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si sono fatti sentire nelle corsie degli ospedali.
Al momento i ricoverati in Covid in Liguria sono 273 (243 in area medica e il resto in rianimazione): mancano 13 ricoveri al raggiungimento di quel 15% del totale, soglia critica che insieme all’incidenza e alle terapie intensive fa scattare la zona gialla. L’incidenza in Liguria è pari a 215, la soglia per la zona gialla è 50. Le terapie intensive occupate sono 30 (il limite è 22).
Le strutture ospedaliere sono pronte a reagire con un incremento dei posti Covid a disposizione. Alcuni ospedali lo hanno già fatto, come ad esempio il San Martino di Genova passato da 42 a 54 posti letto, con un possibile aumento di altri 30. Il Villa Scassi di Sampierdarena ha riaperto le porte ai pazienti contagiati: ieri il primo, non accadeva dalla scorsa primavera.
Tutto questo però non avviene senza conseguenze per gli altri reparti: la forza lavoro e gli spazi restano invariati a spese di interventi, ricoveri, prevenzione per gli altri malati e la sofferenza della sanità “non Covid” è proprio il macroparametro stabilito dal ministero della Salute per far scattare l’allarme attraverso i colori.
Il passaggio della Liguria in zona gialla, al punto Covid di ieri sera, è stato definito “altamente probabile” dal direttore di Alisa, l’epidemiologo Filippo Ansaldi e lo stesso presidente della Regione Giovanni Toti ha dichiarato di “non volersi illudere”. L’elemento positivo però c’è: una diminuzione nell’accelerazione dell’incidenza (cresce, cioè, ma meno di prima) e un leggero calo dell’indice Rt, ora a 1.23. Il “plateau” potrebbe essere il regalo da aspettarsi sotto l’albero.