Lettera al direttore

Futuro

Fu il “padre” di Erzelli, ora Carlo Castellano vuole “1000 ponti per i ragazzi della Valpolcevera”

Insieme ad Alpim, associazione ligure per i minori: "Serve un passaggio di testimone tra chi ha costruito il nuovo viadotto Polcevera e gli studenti della vallata"

parco giochi sotto ponte

Riceviamo e pubblichiamo da Alpim e dal suo presidente Carlo Castellano.

“E’ giusto continuare a ricordare che il ponte San Giorgio sulla Valpolcevera è stato una grande opera corale di 1000 persone, di tutti coloro che vi hanno partecipato, con eccezionale compattezza e lavoro di squadra anche in onore e ricordo delle tante vittime.

E’ stato detto che il successo nella costruzione del nuovo ponte è il simbolo di una fase nuova per la città. Ecco perché da qui bisogna ripartire per consentire a molti ragazzi di costruire il proprio futuro: dobbiamo costruire 1000 ponti per i ragazzi e le ragazze della Valpolcevera.

Il ponte San Giorgio, è stato costruito in un tempo brevissimo utilizzando le tecnologie più avanzate in una bellissima opera corale di rinnovata umanità e solidarietà. Oggi dobbiamo pensare al futuro e proprio ai ragazzi e alle ragazze in un’area, qual è la Valpolcevera, piena di difficoltà e contraddizioni che in questi ultimi anni hanno impattato soprattutto sui giovani e sui giovanissimi.

La proposta Alpim è rivolta alle istituzioni, alle imprese e all’intera città per costruire insieme ai ragazzi un progetto per il loro futuro, anche grazie alla rete già attivata da Alpim con le scuole della Valpolcevera, in particolare a Teglia: “Un ponte – sottolinea Carlo Castellano Presidente Alpim – non solo personale ma anche di comunità e di territorio. Un territorio che certo presenta grandi fragilità ma anche nuove opportunità della scienza, della tecnologia e dell’ambiente”.

Vorremmo che i 1000 che hanno costruito il ponte San Giorgio passassero un simbolico testimone ai 1000 giovani della Valpolcevera, realizzando, anche in questo progetto, lo straordinario lavoro di squadra che è stato già fatto dai 1000 nella costruzione del ponte San Giorgio”.

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