Dialogo?

Depositi chimici e l’incognita Enac, il presidente Di Palma: “Genova deve decidere cosa fare del suo aeroporto”

Bucci insiste: "L’area non è incompatibile con il cono aereo, se ci sono altri problemi li risolviamo"

aeroporto genova colombo vista aerea

Genova. “Io sono presidente dell’Enac ma alla mia porta non ha bussato nessuno“. Questo il commento laconico di Pierluigi Di Palma, presidente dell’Ente nazionale aviazione civile, sulla decisione presa dall’amministrazione civica e dalla autorità portuale di ricollocare i depositi chimici di Multedo a ponte Somalia. Decisione che sarebbe stata presa senza un coinvolgimento diretto dell’ente che gestisce tra le altre cose la sicurezza delle infrastrutture aeroportuali del paese, tra cui il Cristoforo Colombo di Genova.

E a guardare Genova dall’alto il problema appare evidente: se i depositi a Multedo sono prossimi alle piste dello scalo, essi si trovano a lato, mentre tutto il porto di Sampierdarena è in linea con le traiettorie di decollo e atterraggio dei veivoli. “C’è necessità di capire che cosa la città di Genova vuole fare del suo aeroporto – ha aggiunto il Di Palma, oggi in città per l’inaugurazione dei cantieri che allargheranno il Colombo – Cerchiamo di aprire gli occhi ai nostri interlocutori istituzionali. Oggi un aeroporto è una risorsa difficile da avere, in futuro i traffici saranno in ripresa, e quindi è evidente che la riserva italiana di infrastrutture sia molto importante”.

Una infrastruttura, quella aeroportuale genovese, considerata strategica ma che potrebbe essere limitata, o comunque entrare in ‘rotta di collisione’, con i nuovi impianti di stoccaggio di idrocarburi, che secondo i piani del sindaco Bucci e del presidente dell’Autorità di sistema portuale Signorini andranno a occupare interamente un spazio, quello di Ponte Somalia, esattamente al centro del porto di Sampierdarena, con oltre settanta serbatoio ‘full body’ (vale a dire non interrati, come sono oggi a Multedo) e tutti i dispositivi logistici di carico e scarico dei liquidi altamente infiammabili.

marco bucci

“Possiamo con Enac avere maggiori chiarimenti e prendere atto delle cautele a cui Enac inviterà – ha risposto Paolo Signorini – E’ chiaro che nelle discussioni a distanza ci possono in alcuni casi essere dei vuoti di comunicazioni, ma noi abbiamo un tavolo in essere con Enac per affrontare tutte le tematiche che riguardano le interferenze tra porto e aeroporto. Poi ha ragione il presidente dell’Enac quando sostiene che se la città e il suo porto presentano un numero di iniziative che sono legittimi ma rischiano di confliggere con lo sviluppo dell’aeroporto. Noi abbiamo bisogno di avere un quadro chiaro. Sulla questione dei depositi chimici avremo una valutazione tecnica, noi siamo convinti che ponte Somalia sia una destinazione compatibile con l’operatività dell’aeroporto ma vedremo quale sarà la valutazione di Enac”.

Enac che fino ad oggi, però, è non sembra essere stata coinvolta: “Sono trent’anni che si parla del trasferimento dei depositi chimici. Abbiamo atti del comitato portuale di 10 anni fa, abbiamo documenti di pianificazione, istanze demaniale, studi specifici su tutte le aree. Questo progetto è figlio di approfondimenti che non sono stati fatti in passato – sottolinea il presidente dell’autority – Sono d’accordo con presidente Enac che magari abbiamo sbagliato a non coinvolgerlo, e rimedieremo ma da lì a dire che questa è un’improvvisa questione che si è abbattuta sui tavoli delle istituzioni non mi trova d’accordo”.

Tranchant il sindaco Marco Bucci, che dello spostamento dei depositi chimici na ha fatto una bandiera del suo mandato: “Non ho ancora incontrato il presidente dell’Enac, noi un anno e mezzo fa abbiamo parlato con il direttore generale quando avevamo aggiornato il piano di rischio. Forse non hanno aggiornato il presidente, ma comunque ci vedremo e parleremo – e poi insiste – L’area non è incompatibile con il cono aereo, se ci sono altri problemi li risolviamo”.

raccolta firme sampierdarena contro depositi chimici

Nel frattempo il comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona è arrivato il prima via libera per l’adeguamento del piano regolatore che consentirà il trasferimento dei depositi chimici a Ponte Somalia. Il prossimo appuntamento è previsto per il 29 dicembre, quando lo stesso ente ratificherà la variante, dando il via libera alla procedura relativa. A questi atti seguirà anche l’invio dell’istanza al Consiglio superiore dei lavori pubblici e l’iter demaniale. “Ci sarà anche la vas (valutazione ambientale strategica) e probabilmente anche la Via (valutazione di impatto ambientale) – ha sottolineato Bucci – Non si fa nulla al di fuori della legge“.

Ma la vertenza sembra essere tutt’altro che in discesa, anche dal punto di vista politico. In queste ore il municipio ha raccolto più di mille firme in calce ad un documento redatto insieme ad un team legale che evidenzierebbe l’incompatibilità portuale e ambientale del nuovo impianto, e lo depositerà già nelle prossime ore. Ma tutta l’opposizione è in fibrillazione: “Chiediamo al Sindaco di smettere la campagna elettorale e fare chiarezza su una delocalizzazione che appare già tramontata prima ancora dell’annuncio di questa sera – ha commentato il Partito Democratico attraverso una nota stampa – Siamo convinti di essere di fronte all’ennesimo bluff. Bucci sa bene che i depositi costieri non potranno andare a Ponte Somalia, ma vuole farselo dire da qualcun altro, nell’antico gioco dello scaricabarile”. Rincara la dose il M5s: “Da documenti ufficiali si evince che i materiali altamente infiammabili passeranno tra le case di tutta la vallata, a pochi metri dalle case. Per Bucci non ci sono problemi, ma allora perchè Enac solleva possibili questioni di sicurezza?”.

Insomma i punti da chiarire sono molti, e come spesso accade per Genova gli spazi, fisici ma anche di discussione, sono ristretti: “Kierkegaard aveva ragione, dove c’è tutto non c’è niente – ha aggiunto durante l’incontro con i giornalisti Di Palma – bisogna fare delle scelte e assumersene le responsabilità davanti ai cittadini. Io sono abituato a rispettare ciò che il territorio decide ma serve l’apertura di una discussione”.

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