Genova. Finisce con un discorso lasciato a metà davanti ad una platea mezza vuota l’intervento del sindaco Marco Bucci ieri sera all’assemblea pubblica organizzata dal municipio Centro Ovest per discutere sulla destinazione dei depositi chimici di Multedo a ponte Somalia, nel centro del porto di Sampierdarena.
L’incontro, attesissimo da parte del quartiere, è stato seguito da circa 200 persone assiepate sugli spalti della palestra del centro civico Buranello e con altrettante rimaste fuori a causa delle norme legate alla pandemia. Molti gli interventi che si sono susseguiti nelle prima ora e mezza dell’assemblea, con comitati e cittadini che si sono alternati per ribadire le ragioni del no alla delocalizzazione degli impianti di stoccaggio: su tutti il tema della sicurezza e dell’inquietudine di un quartiere, il più popoloso della città, che vedrà arrivare a poche centinaia di metri dalle case un nuovo grande impianto industriale a incidente rilevante.
Ma non solo: nel palazzetto è chiaro a tutti che Sampierdarena, come tutto il ponente, è stata “sacrificata per la città, e se in altre zone oggi si parla di waterfront, riqualificazioni e mezzi di trasporto elettrici, qua da noi si parla di depositi chimici“.
Poi l’atteso intervento del sindaco, autoinvitatosi all’assemblea per provare a spiegare la scelta dell’amministrazione. Ma dopo pochi minuti di intervento gli spalti sono già una bolgia, con commenti e contestazioni punto su punto alle parole del primo cittadino. Bucci parte nel ricordare i numeri del ‘dibattito pubblico’, e la responsabilità del sindaco nelle scelte che possano influire sulla sicurezza dei cittadini, ma il discorso si interrompe diverse volte sotto le contestazioni dei presenti. Vola anche qualche insulto, ma sono soprattutto le richieste di chiarezza e trasparenza a coprire la parole del primo cittadino che a fatica escono dal malconcio impianto audio della palestra.
Poi quando è chiaro a tutti che non ci sono margini e che l’incontro sancisce di fatto la decisione della amministrazione civica, arrivata in loco con assessori e rappresentanti del consiglio comunale, la contestazione esplode, con oltre metà dei presenti che abbandona in segno di protesta gli spalti, lasciando il sindaco a parlare ai pochi rimasti. Pochi ma comunque ‘rumorosi’ al tal punto che a mezzanotte è il presidente del municipio a levare le castagne dal fuoco a tutti i presenti, chiudendo l’assemblea.
Secondo i rappresentanti dei comitati e anche secondo lo stesso presidente Michele Colnaghi però non è finita qui: nei prossimi giorni saranno organizzate contromosse per “impedire lo scempio del nostro quartiere”, tra azioni legali e manifestazioni di piazza. “Le nostre vie portano i nomi di Buranello, Fillak e Martinetti – urla una signora dagli spalti prima di abbandonare, per ultima, la sala – siamo pronti alla resistenza”
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