Aiuto

Dal Comune 3 milioni per le famiglie che a causa del Covid non possono pagare l’affitto degli alloggi popolari

Previsto un contributo per 583 nuclei che si trovano in situazione di morosità di nuova formazione ma anche per i 339 di fascia reddituale A0, cioè con un reddito lordo annuale sotto i 6700 euro

Lavatrici case popolari

Genova. Il Comune di Genova, per supportare le famiglie in difficoltà economica, ha creato un fondo da tre milioni di euro per contrastare la morosità per affitti e spese condominiali di nuclei familiari assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica che non riescono a provvedere al pagamento e rischiano di perdere la propria casa.

E’ stato quindi previsto un contributo per i 583 nuclei che si trovano in situazione di morosità di nuova formazione, a seguito dell’emergenza pandemica, e ai 339 di fascia reddituale A0, cioè con un reddito lordo annuale sotto i 6.700 euro.

Il contributo ha come obiettivo la cancellazione totale del debito per le situazioni di nuova morosità, ovvero di quei nuclei familiari che fino a febbraio 2020 avevano provveduto al regolare pagamento degli affitti degli alloggi popolari, ma che hanno subito una perdita di lavoro o di entrate a seguito dell’emergenza pandemica.

Inoltre, per i nuclei familiari fragili, in particolare rappresentati da pensionati con pensione minima che cronicamente non riescono ad assolvere ai pagamenti con regolarità, anche prima dell’emergenza Covid, è stato previsto un contributo tale da consentire un piano di rientro graduale dalla situazione di morosità.

“La delibera che abbiamo approvato – spiega l’assessore al Bilancio del Comune di Genova, Pietro Piciocchi – prevede anche la sospensione, per un anno, delle procedure della decadenza della concessione degli immobili per questi nuclei familiari. È una misura mai attuata a Genova e forse un unicum a livello nazionale”.

“Diamo un concreto sostegno, che si aggiunge a quello dei contributi Tari, a circa un migliaio di nuclei familiari svantaggiati, azzerando di fatto per un anno il rischio di perdere la propria abitazione e di rimettersi in piedi per sanare, nel caso delle morosità dovute a un bassissimo reddito, il proprio debito con un piano di rientro graduale. Con questo provvedimento, quindi, non solo vogliamo sostenere le famiglie in difficoltà che sono più che raddoppiate, tra le assegnatarie di alloggi popolari, a causa del Covid, ma anche ridare dignità a quelle persone, in particolare pensionati, che avevano quasi ormai perso ogni speranza di potersi mettere in regola con i pagamenti”, continua.

“Molti residenti in alloggi di edilizia pubblica – spiega il consigliere delegato alla Partecipazione dei cittadini alle scelte dell’amministrazione in tema di edilizia residenziale pubblica Fabio Ariotti – hanno visto crescere le proprie difficoltà a seguito della pandemia, del lungo lockdown dello scorso anno e delle chiusure delle attività economiche che hanno portato alla perdita di posti di lavoro, il ricorso alla cassa integrazione e alla gestione di familiari a carico con crescenti spese”.

“Centinaia di nuclei familiari sono caduti nello stato di morosità, davanti a scelte contingenti quotidiane e non hanno più potuto assolvere ai pagamenti regolari ad esempio dell’amministrazione. Grazie alla misura varata dalla nostra giunta finalmente per la prima volta anche gli assegnatari di alloggi pubblici possono accedere a quei contributi, già previsti per l’edilizia privata, per andare ad alleggerire i debiti maturati per morosità incolpevole, comprovata da una conclamata difficoltà economica. È importante anche aver individuato degli scaglioni di rientro per la morosità di quegli assegnatari di alloggi che, per un reddito alla soglia della povertà, nel corso degli anni non avevano potuto assolvere ai pagamenti: un segnale di fiducia e di responsabilizzazione che tutti i cittadini onesti, ma in difficoltà, meritano di avere dalle istituzioni”, aggiunge.

I “nuovi” morosi da febbraio 2020 sono 583 per un ammontare complessivo di debito nei confronti dell’ente proprietario dell’alloggio, Arte Genova e Come di Genova, di oltre 713.000 euro. I morosi di fascia reddituale A0 – fino a 6.669 euro lordi annui – sono 339 per un totale di debito di oltre 3,3 milioni di euro. In totale i beneficiari del contributo saranno 922 famiglie.

“É una misura di grande respiro e di grande impatto positivo sull’utenza di Erp – ha spiegato l’amministratore unico di Arte Genova Paolo Gallo – Arte Genova gestisce tutto il patrimonio di edilizia residenziale pubblica sia di sua proprietà sia dei Comune. Su 9.000 contratti attivi circa riscontriamo oltre 2.000 anomalie contrattuali: l’intervento del Comune di Genova incide sulla metà di anomalie risolvendo in modo radicale le situazioni di 583 nuclei su famiglie andate in difficoltà con emergenza Covid. Con la linea prevista per i nuclei sotto 6.700 euro di reddito, in forte disagio, l’intervento è articolato su fasce di debito dando loro la possibilità di vedere la luce in fondo al tunnel. Lo sforzo che vogliamo fare è andare oltre l’assistenzialismo: oltre al contributo sulla morosità, è in programma un investimento di 300 milioni per l’efficientamento energetico per abbattere le spese di edifici che oggi si presentano come fortemente energivori“.

Come funziona. I criteri per l’individuazione dei soggetti beneficiari saranno stabiliti dalla direzione Politiche della Casa in accordo con Arte. Il contributo sarà distribuito per la totale cancellazione del debito maturato per i 583 nuclei familiari di nuova morosità, mentre per quelli di fascia A0 è previsto un piano di rientro su 4 scaglioni per un totale di oltre 2,27 milioni di euro. Gli scaglioni di debito previsti sono: 255 nuclei fino a 15.000 euro con copertura totale del 100% del debito con l’erogazione di 1,274 milioni di euro; 58 tra 15 e 25.000 euro di debito per una copertura del 60% del debito con l’erogazione di oltre 676.000 euro; 16 tra i 25 e i 35.000 euro per una copertura del 40% con l’erogazione di circa 192.500 euro; 10 oltre i 35.000 euro di debito per una copertura del 30% del debito con l’erogazione di poco meno di 130.000 euro.

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