Genova. “Rischiamo di avere il Paese paralizzato non dai malati Covid, ma dalle persone chiuse in casa“. Così, dopo la proposta dell’infettivologo genovese Matteo Bassetti, anche il presidente ligure Giovanni Toti chiede al Governo di fare “una riflessione” sui criteri per il tracciamento e le quarantene mentre in tutta Italia, con l’aumento dei contagi, si registra una crescita esponenziale dei cittadini in isolamento perché indicati come contatti stretti di persone positive.
Stando al bollettino di ieri, in Liguria sono ben 13.402 le persone attualmente positive (quasi un residente ogni 100) e di questi 511 sono ricoverati in ospedale. Sono 8.168 i soggetti in sorveglianza attiva e 9.760 quelli in isolamento domiciliare.
“Visto che la maggior parte delle persone che prendono il Covid è a casa con la doppia dose di vaccino, altrimenti avremmo gli ospedali che traboccano, forse dovremmo fare una riflessione – prosegue Toti -. Se il tasso di mortalità scende oltre la soglia di rischio e il Covid è curabile come una malattia non letale come l’abbiamo conosciuta, anche l’atteggiamento deve essere diverso”.
Stessa linea dell’infettivologo Bassetti, secondo cui “non si può affrontare questa fase con le stesse regole: abbiamo oltre l’80% della popolazione generale che è protetta. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo. Chi non è vaccinato dovrebbe farlo presto, ma se non ha ancora capito o voluto capire l’importanza del vaccino difficilmente lo farà senza regole nuove. Vedere code chilometriche nelle farmacie in questi giorni per fare il tampone serve a qualcosa? Dobbiamo vivere in maniera diversa la convivenza col virus”.
Anche perché, conclude Toti, “rischiamo di fare tantissimi tamponi inutili e di non fare quelli indispensabili. Il sistema è sotto stress: alle regioni si chiede di vaccinare come nei momenti più potenti della campagna (in Liguria abbiamo superato le 90mila dosi alla settimana) e di processare decine di migliaia di tamponi, anche quelli di chi li usa per andare a lavorare: su questo un’ulteriore riflessione dovrà farla il Governo. Io sto sentendo molti ministri, non escludo e auspico che venga allargato l’obbligo vaccinale“.