Il punto

Covid e restrizioni, la mazzata per le vacanze sulla neve in montagna: disdette al 60%

I rappresentanti delle categorie alberghiere: "Serviranno nuovi ristori"

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Genova. “La stima è del 60 per cento di disdette di prenotazioni che erano state fatte nei territori montani alpini e appenninici fino all’Epifania. Siamo preoccupati. Perché tra gli operatori turistici, albergatori e ristoratori in particolare, oggi regna l’incertezza. Tanta. E fioccano le telefonate di disdetta. Che quest’anno sono più dannose dello scorso anno”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Unione dei Comuni montani, commentando il dato nazionale sulla ricettività del turismo montano. Un turismo che interessa molti genovesi e liguri, che spesso approfittano delle festività natalizie per una ‘scappatella’ sulle alpi.

“Siamo preoccupati – prosegue – perché il danno dell’inverno 2021-2022 è peggiore di un anno fa. Nel dicembre 2020 gli albergatori e i ristoratori sapevano che sarebbero rimasti con numeri ridotti. Quest’anno no e quanto previsto, anche come magazzino di prodotti, a novembre 2021, oggi è impossibile da ammortizzare. Va detto che il dato dei contagi covid, molto diversi dallo scorso anno, è quello che ci dà più sollievo. È indubbio che il dato sanitario è principale. Il dato economico, con una decrescita improvvisa dettata da disdette e mancanza di prenotazioni, dall’impossibilità di arrivare dall’estero, richiede, anche su istanza in queste ore delle Organizzazioni di categoria, un impegno forte politico. Devono agire Governo e Parlamento, con le Regioni”.

Per tamponare la situazione, lo stato dovrebbe tornare a mettere mano al portafogli: “Nessuno può escludere che serviranno dei ristori – continua Bussone – Oppure l’attivazione di specifici fondi di rotazione per le imprese turistiche. Lo capiremo nelle prossime settimane. L’incertezza per ora domina tra tutti, compresi ovviamente i Sindaci. Siamo inermi di fronte a questa quarta ondata. E comunque sappiamo che la montagna, gli spazi aperti e anche lo sci, le attività su pista, su neve e su ghiaccio, con mascherina e altre protezioni imposte dalle normative, sono meno contagiose rispetto ad altre situazioni dove si concentrano molte persone. Gli spazi aperti della montagna non sono causa del covid, ma molto spesso sono invece soluzione alla diffusione del contagio. Sempre con mascherina ovviamente e con il vaccino per tutti, con numeri che Uncem auspica possano crescere anche nei piccoli Comuni e sui territori grazie a una campagna ad hoc nella quale crediamo con il Governo e con il Commissario Figliuolo”.

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