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Coronavirus, in Liguria è boom di quarantene: quasi 20mila chiusi in casa (anche se negativi)

Secondo i dati del bollettino sono almeno 18.670, ma c'è anche chi si mette in quarantena da solo senza essere contattato dalla Asl

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Genova. Sono almeno 18.670 in Liguria le persone che ad oggi sono costrette a rimanere chiuse in casa a causa del Covid: di queste 9.988 sono risultate positive al tampone molecolare ma sono asintomatiche o comunque non hanno bisogno del ricovero in ospedale, mentre altri 8.682 sono contatti stretti di positivi che al momento non risultano contagiati ma devono rispettare la quarantena in seguito alla segnalazione arrivata alla Asl.

È quanto emerge dall’ultimo bollettino della Regione mentre proprio da Genova, con le dichiarazioni di Toti e Bassetti, scatta l’allarme sui criteri di isolamento e tracciamento che rischierebbero di “paralizzare l’Italia” visto l’aumento esponenziale dei contagi che si continua a registrare. Alla cifra suddetta vanno aggiunti tra l’altro i “guariti clinici” che figurano come tali nei conteggi ma che ancora non hanno ricevuto il via libera per uscire di casa.

Numeri, quelli della Liguria, che sono raddoppiati rispetto a tre settimane fa: nel bollettino domenicale del 5 dicembre erano registrate 5.099 persone in isolamento domiciliare (cioè positivi curati a casa) e 4.291 soggetti in sorveglianza attiva (cioè negativi ma in quarantena) per un totale di oltre 9mila liguri costretti ad azzerare i propri contatti interpersonali. Al momento si può dire che qualcosa come un ligure ogni 100 (per l’esattezza l’1,2%) si trova a casa perché positivo o perché contatto stretto di un positivo.

In realtà le dimensioni del fenomeno potrebbero essere anche più estese di quelle censite dai dati ufficiali. Perché non sempre il tracciamento parte quando dovrebbe partire e sono frequenti i casi, tra quelli a conoscenza della nostra redazione, di persone risultate positive a un test antigenico che, una volta messe in isolamento in attesa di conferma con tampone molecolare, non vengono contattate subito dalle Asl per individuare i contatti stretti da isolare a loro volta.

In base alle disposizioni ministeriali, infatti, le procedure possono partire già dopo il tampone rapido che di per sé è sufficiente a definire un “caso Covid confermato” secondo criteri di laboratorio. Ma non è detto che questo avvenga immediatamente. E così molte persone, seguendo il buonsenso o i consigli del medico curante, si mettono in quarantena da sole pur non avendo né i sintomi né la conferma della propria positività. E di queste casistiche non c’è traccia nei bollettini.

A questo proposito può essere utile ricordare che cosa intende il ministero della Salute per “contatto stretto”, cioè chi si deve isolare pur non essendo (ancora) risultato positivo. L’esposizione ad alto rischio riguarda i conviventi, chi ha avuto un contatto fisico diretto con la persona (ad esempio stretta di mano) o con le secrezioni (toccare un fazzoletto di carta usato), chi è rimasto faccia a faccia a meno di due metri per almeno 15 minuti, chi si è trovato nello stesso ambiente chiuso senza mascherine, operatori sanitari o personale di laboratorio che abbia manipolato campioni di materiale senza mascherina, i compagni di viaggio su qualunque mezzo di trasporto chiuso entro due posti in qualsiasi direzione (compreso il personale). In caso di dubbi è sempre meglio chiedere al proprio medico.

Come si esce dalla quarantena? Il periodo di isolamento deve durare almeno 7 giorni per i vaccinati a ciclo completo o 10 giorni per tutti gli altri e può concludersi con un test molecolare o antigenico con esito negativo. Trascorsi 14 giorni, si può tornare alla vita normale anche senza sottoporsi al tampone, a patto di non presentare i sintomi tipici del Covid.

Tutto valido finché non dovesse passare la linea tracciata da Matteo Bassetti e Giovanni Toti: “Chi è malato deve stare a casa, come sempre si sarebbe dovuto fare per le malattie infettive contagiose, ma dobbiamo finire con il tracciamento – ha ribadito questa sera il governatore -. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo. Il rischio, continuando così è trovarci tra pochissimo con milioni di persone isolate e in quarantena. Chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale?”.

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