Genova. Sono 71 i dipendenti del policlinico San Martino positivi al coronavirus, un numero che tuttavia non influisce sull’operatività dei reparti quanto i buchi provocati da chi non rispetta l’obbligo vaccinale. A spiegarlo è il direttore generale Salvatore Giuffrida: “In questo momento abbiamo alcuni cluster interni, ma non registriamo particolari criticità. Il problema è un altro: tra sospesi e ricollocati perché non vaccinati ci mancano 186 persone ed è quasi impossibile sostituirle”.
La crisi di personale esiste e si fa sentire nel più grande ospedale della Liguria, ma non dipende dal boom di quarantene che sta flagellando ad esempio il settore dei trasporti. Anche perché le nuove norme varate ieri dal Governo si applicavano già di fatto al personale sanitario: i contatti stretti di casi Covid, purché negativi al tampone, continuano a prestare servizio in corsia per evitare di lasciare sguarniti gli ospedali. Tra i contagiati la maggior parte sono infermieri (45%), poi dirigenti medici (22,54%) e specializzandi (11,27%). Ma i numeri sono comunque parecchio inferiori rispetto alle fasi più critiche della pandemia.
A pesare in maniera decisiva è piuttosto la componente no-vax che drena risorse soprattutto tra infermieri e operatori sanitari. Chi non poteva vaccinarsi per motivi di salute è stato ricollocato in mansioni meno rischiose, ma rappresenta comunque una pedina in meno tra quelle normalmente schierate in prima linea. E trovare personale disposto a farne le veci solo per pochi mesi, come consente la normativa vigente, è un’impresa fuori portata.
Il quadro che ne risulta è quello di un ospedale in difficoltà, ma non più a causa del Covid. E non solo sul fronte del personale: “Questa ondata ha caratteristiche diverse dalle precedenti – continua Giuffrida -. L’anno scorso, nello stesso periodo, avevamo il Paese in lockdown e ci concentravamo quasi esclusivamente sulla parte sporca, quella relativa ai malati Covid. Eravamo a quasi 500 ricoverati di cui 34 in terapia intensiva”. Oggi i numeri sono totalmente diversi: secondo l’ultimo bollettino, al San Martino ci sono 75 positivi di cui 5 in terapia intensiva. Ma questo non significa che la situazione sia tranquilla: “La pressione sul Covid è notevolmente diminuita – osserva il direttore generale – ma è aumentata quella sul pulito. In pronto soccorso arrivano tanti pazienti che non hanno nulla a che vedere col Covid“.
Il paradosso è quello evidenziato una settimana fa dal primario di infettivologia Matteo Bassetti: si entra in ospedale con altre patologie, si risulta positivi al tampone e si va a ingrassare il conteggio dei malati Covid pur essendo asintomatici. “I malati che arrivano da noi non hanno la polmonite bilaterale o altre patologie correlate, ma problemi diversi – conferma Giuffrida -. Prima di farli entrare li tamponiamo e scopriamo che hanno il coronavirus, ma magari senza andare in ospedale non se ne sarebbero nemmeno accorti. La verità è che abbiamo un marea di persone in pronto soccorso per altre patologie“.
E tra queste figurano, come accadeva notoriamente prima della pandemia, diversi accessi impropri: nelle ultime 24 ore su 160 accessi in pronto soccorso si contavano 90 codici verdi e 6 codici bianchi. “L’anno scorso registravamo 120 accessi al giorno, quasi tutti per Covid, oggi sono solo una minoranza”, conclude il direttore generale.