Corrosione

Viadotto di San Benigno, nuovi dubbi sulla sicurezza: indagini su tutte le travi arrugginite fotogallery

Rimandati ancora una volta i primi risultati delle analisi sull'acciaio, Piciocchi: "Esclusa la chiusura totale, se la situazione fosse stata drammatica ce l'avrebbero chiesta subito"

Elicoidale lavori viadotto e viabilità

Genova. Verranno estesi a tutti i portali corrosi dalla ruggine i prelievi sulla struttura di acciaio che regge il viadotto di San Benigno, tra l’Elicoidale, la Sopraelevata e il casello di Genova Ovest, da tre settimane sottoposto a limitazioni di traffico dopo l’allarme lanciato dai tecnici della ditta incaricata da Autostrade nell’ambito dei lavori del Nodo di San Benigno. Confermati quindi il divieto di transito per i trasporti eccezionali sopra le 44 tonnellate e il restringimento di carreggiata che per fortuna non crea problemi alla circolazione.

Inizialmente il provvedimento era preventivato per una settimana, poi i tempi si sono triplicati. “Non abbiamo ancora i risultati perché abbiamo ritenuto di ampliare il campo di indagine – riferisce l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi che coordina il gruppo di lavoro con Autostrade, la ditta Tecne Engineering e i tecnici del Rina -. Abbiamo chiesto di indagare a fondo tutti i portali compresi in quel tratto, quindi i 13 punti scelti per le analisi sono aumentati. Stamattina ci hanno garantito che entro questa settimana arriveranno le prime risposte”.

L’allarme era scattato nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre quando Autostrade, dopo che la ditta Tecne Engineering aveva riscontrato durante i lavori del nodo di San Benigno “importanti riduzioni di spessore” a causa della corrosione delle travi che sorreggono l’impalcato, aveva chiesto al Comune di vietare il transito ai mezzi pesanti. Misura che nelle ore successive si era trasformata nella chiusura della terza corsia con l’obiettivo di alleggerire il carico. Il primo responso doveva arrivare nella prima settimana di novembre, ma i tempi si erano allungati perché bisognava pompare l’acqua piovana accumulata sulla linea ferroviaria dismessa e decidere da quale punto estrarre i talloni di acciaio.

Oltre alle indagini con gli ultrasuoni sono in programma prelievi di “talloni” di acciaio per capirne la tipologia, ma anche carotaggi sul calcestruzzo per togliere ogni dubbio sulle condizioni statiche del viadotto. Le indagini andranno avanti fino al 6 dicembre, “ma nel frattempo avremo i risultati parziali e potremo capire quali interventi saranno necessari”, spiega Piciocchi.

Per ora la chiusura di una corsia è solo precauzionale in attesa di avere informazioni più precise, ma non è detto che le limitazioni non possano essere più pesanti nelle prossime settimane. Piciocchi, comunque, esclude le ipotesi più drastiche: “Non si parla di chiusura totale. Al momento non c’è nessun segnale particolarmente allarmante. Non sono un tecnico, ma parto dal presupposto che, se i tecnici avessero riscontrato una situazione drammatica, ce l’avrebbero chiesta subito”.

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