Genova. Sembra davvero dietro l’angolo l’ultimo semaforo verde per il trasferimento dell’ex facoltà di ingegneria dell’Università di Genova nel parco tecnologico di Erzelli. I 145 milioni mancanti per finanziare il trasloco, comprese e aule e uffici, potrebbero arrivare con un emendamento alla prossima legge di stabilità. A confermare indirettamente le indiscrezioni emerse sulla stampa negli scorsi giorni sono il governatore Giovanni Toti e il rettore Federico Delfino.
“Non dire gatto finché non l’hai nel sacco – scherza il presidente della Regione -. Aspettiamo che arrivi la legge di stabilità, vediamo se tutto quello che abbiamo iniziato a concordare col Mef si concretizzerà, poi ci sarà ovviamente l’iter parlamentare”. E anche il numero uno dell’ateneo guarda avanti con ottimismo: “Il progetto che abbiamo sviluppato, autorizzato recentemente a livello regionale, ha un cronoprogramma che prevede uno sviluppo sui prossimi 5 anni. Attendiamo fiduciosi. Non deve essere visto solo come una semplice operazione immobiliare ma come un progetto foriero di sviluppo economico per l’Università di Genova e per l’intera Regione.
Il trasferimento dalla sede di Albaro alla collina di Erzelli era stato già in parte finanziato proprio dal ministero dell’Economia per la parte relativa ai laboratori. L’operazione nel complesso costerebbe più di 200 milioni, di cui almeno 85 già a disposizione. Ma il direttore Delfino preferirebbe una soluzione unica in modo da partire coi lavori e non fermarsi più: “Visto che si deve perseguire una logica di efficienza, quindi l’efficienza, sia nell’utilizzo delle risorse sia nell’esecuzione dell’opera, dovrebbe prevedere una realizzazione unitaria. Vedremo se ci saranno le condizioni per poterci muovere in questa direzione sapendo che comunque il progetto si sviluppa su due lotti, quindi non sarebbe una difficoltà insormontabile procedere coi due lotti uno di seguito all’altro”.
La partita universitaria però rappresenta solo una parte delle manovre in corso tra Regione e Governo sul parco degli Erzelli. In ballo, com’è noto, c’è un progetto da 400 milioni per la realizzazione del primo Ircss a carattere tecnologico in Italia che comprenderà anche il nuovo ospedale del Ponente (che la giunta Toti aveva rinunciato ad affidare ai privati).
Il presidente ligure aveva detto che entro il 2021 sarebbe arrivato l’accordo di programma e resta di questo avviso: “Dobbiamo chiudere la partita dell’ospedale di Ponente che dovrà essere un istituto di cura e ricerca e anche di didattica. Lo faremo di qua alla fine dell’anno. A seconda di quello che sarà l’accordo col governo sui finanziamenti useremo fondi a copertura diversi. È un progetto bandiera, come tale l’abbiamo presentato al ministero degli Affari regionali, i progetti bandiera rientrano nel decreto di governance del Pnrr, quindi direi che un’idea che è partita dalla Liguria sta prendendo piede in tutta Italia”.